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Cronaca

Foligno, condannato ex comandante dei carabinieri. Rinviato a giudizio il collega

Era stato alla guida della stazione di Foligno

Francesca Marruco

13 Novembre 2024, 00:12

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La sede della procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto

Condannato a cinque anni con rito abbreviato l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Foligno, Francesco Matalone, e rinviati a giudizio sia il brigadiere Gianluca Insinga che Tahar Hossein Oulad.
La sentenza è stata pronunciata nella prima serata di ieri dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Spoleto, Luca Cercola, che, dopo un’ora e mezza di camera di consiglio ha accolto tutte le richieste della Procura di Spoleto, che ha seguito la delicata inchiesta coi sostituti Vincenzo Ferrigno e Michela Petrini.

L’ex comandante Matalone è stato condannato per i reati di peculato, falso, truffa e corruzione per una serie di fatti che risalgono al periodo compreso tra il febbraio e l’ottobre del 2022. Secondo la ricostruzione della Procura, condivisa in toto dal gup, l’ex comandante della stazione di Foligno si sarebbe impossessato di 59 grammi di cocaina sequestrata in due differenti interventi dell’Arma, procedendo poi ad attestare la distruzione della stessa droga nel Registro delle cose sottoposte a sequestro.
Matalone, difeso dagli avvocati Giovanni Picuti e Carla Archilei, è stato anche condannato per aver inserito il numero di cellulare della donna con cui all’epoca dei fatti aveva una relazione sentimentale nella denuncia per molestie depositata in caserma da una giovane, chiedendo così alla Procura di Spoleto l’acquisizione dei tabulati telefonici non dell’effettiva querelante ma della donna cui era legato. In questo quadro il falso ideologico sarebbe diventato materiale quando, stando alle carte dell’accusa, l’ormai ex carabiniere avrebbe redatto dei decreti di acquisizione solo apparentemente emessi dalla Procura di Spoleto per proseguire con l’acquisizione dei tabulati telefonici della donna con cui aveva una relazione. Nell’ambito di questa serie di illeciti è scattata l’accusa di falso anche per il collega Insinga, rappresentato dallo studio legale Brunelli. I due, secondo gli inquirenti, avrebbero redatto un falso verbale di denuncia solo apparentemente presentato dalla stessa donna cui era legato Matalone. L’ex comandante dell’Arma di Foligno è stato condannato anche per induzione indebita a dare o promettere utilità in relazione alla convocazione in caserma di Oulad, che lui stesso aveva arrestato qualche anno prima, a cui avrebbe chiesto 1.200 euro, metà incassate subito e metà promesse.
Infine, l’ex comandante dei carabinieri, Matalone è stato giudicato colpevole anche di truffa perché, secondo la ricostruzione operata dalla procura di Spoleto, avrebbe chiesto e ottenuto 5mila euro da un soggetto agli arresti domiciliari prospettandogli la necessità di aiutare la famiglia di un bambino in gravi condizioni di salute.
Picuti e Archilei, dopo la lettura della sentenza di condanna, si sono limitati a dire: “Attenderemo le motivazioni della decisione per valutare l’eventuale proposizione del ricorso d’appello”.
Anche dal professor David Brunelli arriva una nota dopo la lettura della sentenza: “Sono rammaricato per la decisione assunta dal giudice di sottoporre il brigadiere Insinga ad un processo nel quale non potrà che emergere la sua piena estraneità ai fatti, la sua totale buona fede e la sua straordinaria dedizione al servizio”.

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