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Il fatto

Umbria, il business dei finti agenti immobiliari: quattromila transizioni l'anno per 11,2 milioni di provvigioni

Catia Turrioni

20 Dicembre 2025, 08:57

Mercato immobiliare

Occhio ai finti agenti immobiliari

E’ un giro d’affari impressionante quello portato avanti da finti agenti immobiliari. La Camera di commercio dell’Umbria stima circa quattromila transazioni l’anno, per un totale di 11,2 milioni di euro di provvigioni sottratte al circuito regolare. Eppure il quadro normativo è chiaro: per svolgere attività di mediazione immobiliare sono richiesti specifici requisiti personali e professionali, il superamento di un esame abilitante, l’iscrizione alla Camera di commercio con il codice Ateco 68.31.00, oltre agli adempimenti fiscali e previdenziali e all’assenza di precedenti penali. Le conseguenze non sono solo teoriche: chi si affida a intermediari abusivi rinuncia inconsapevolmente a ogni tutela: nessuna polizza assicurativa professionale, nessuna copertura in caso di errori, nessuna responsabilità riconosciuta dalla legge. “Quando qualcosa va storto - evidenzia Paola Berlenghini, agente immobiliare e membro del comitato di vigilanza della Borsa immobiliare dell’Umbria - il consumatore scopre di essere solo. Ed è in quel momento che il danno diventa reale”.


Difendersi è possibile, ma serve consapevolezza. Gli strumenti per farlo sono semplici e accessibili: consultare il registro delle imprese, richiedere una visura camerale, verificare il codice Ateco e il tesserino di riconoscimento dell’agente. “Chiedere non è scortesia, è autodifesa - ribadisce Berlenghini - Chi è in regola non ha nulla da temere da una verifica”.
In Umbria è attivo anche un servizio di vigilanza sull’attività degli agenti immobiliari, che consente ai cittadini di segnalare situazioni sospette o irregolari, avviando controlli e procedimenti disciplinari. Si tratta di uno strumento fondamentale per riportare regole e fiducia in un settore che muove milioni di euro e incide sulla vita delle persone.
Una cosa deve essere chiara: nel mercato immobiliare non esistono affari facili senza rischi. “La scorciatoia, quasi sempre, è solo un modo per spostare il pericolo sul consumatore - conclude Berlenghini - E quando manca la tutela, il prezzo da pagare è sempre più alto”.
L’abusivismo immobiliare resta una realtà diffusa e strutturale, non solo in Umbria ma a livello nazionale. Le stime indicano che le provvigioni incassate ogni anno da soggetti non abilitati superano i 750 milioni di euro, segno che si tratta di un fenomeno tutt’altro che marginale. Sempre su scala nazionale, accanto a circa 40.000 agenti regolari, operano oltre 30.000 soggetti irregolari o para-professionali, spesso mascherati dietro altre qualifiche.
L’abusivismo non danneggia solo chi compra o vende casa: ha effetti sistemici. Alterando la concorrenza e sottraendo risorse al mercato regolato, comprime la qualità professionale e alimenta un circuito opaco in cui le regole diventano opzionali. Il danno non è solo economico, ma anche culturale, perché normalizza l’idea che nel settore immobiliare “ci si possa arrangiare”.
Va ricordato che l’esercizio abusivo della mediazione immobiliare comporta sanzioni amministrative, responsabilità penali e l’obbligo di restituzione dei compensi percepiti. Tuttavia, il danno più grave resta quello sistemico: un mercato meno trasparente, meno affidabile e meno credibile.


Difendersi è possibile, ma serve consapevolezza. Gli strumenti per farlo sono semplici e accessibili: consultare il registro delle imprese, richiedere una visura camerale, verificare il codice Ateco e il tesserino di riconoscimento dell’agente. “Chiedere non è scortesia, è autodifesa - ribadisce Berlenghini - Chi è in regola non ha nulla da temere da una verifica”.
In Umbria è attivo anche un servizio di vigilanza sull’attività degli agenti immobiliari, che consente ai cittadini di segnalare situazioni sospette o irregolari, avviando controlli e procedimenti disciplinari. Si tratta di uno strumento fondamentale per riportare regole e fiducia in un settore che muove milioni di euro e incide sulla vita delle persone.
Una cosa deve essere chiara: nel mercato immobiliare non esistono affari facili senza rischi. “La scorciatoia, quasi sempre, è solo un modo per spostare il pericolo sul consumatore - conclude Berlenghini - E quando manca la tutela, il prezzo da pagare è sempre più alto”.
L’abusivismo immobiliare resta una realtà diffusa e strutturale, non solo in Umbria ma a livello nazionale. Le stime indicano che le provvigioni incassate ogni anno da soggetti non abilitati superano i 750 milioni di euro, segno che si tratta di un fenomeno tutt’altro che marginale. Sempre su scala nazionale, accanto a circa 40.000 agenti regolari, operano oltre 30.000 soggetti irregolari o para-professionali, spesso mascherati dietro altre qualifiche.


L’abusivismo non danneggia solo chi compra o vende casa: ha effetti sistemici. Alterando la concorrenza e sottraendo risorse al mercato regolato, comprime la qualità professionale e alimenta un circuito opaco in cui le regole diventano opzionali. Il danno non è solo economico, ma anche culturale, perché normalizza l’idea che nel settore immobiliare “ci si possa arrangiare”.
Va ricordato che l’esercizio abusivo della mediazione immobiliare comporta sanzioni amministrative, responsabilità penali e l’obbligo di restituzione dei compensi percepiti. Tuttavia, il danno più grave resta quello sistemico: un mercato meno trasparente, meno affidabile e meno credibile.

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