Sanità in Umbria
Il pronto soccorso dell'ospedale di Perugia
Il fascicolo sanitario elettronico è un fallimento su quasi tutta la linea, in Umbria. Il servizio online, finanziato con fondi Pnrr, che dovrebbe mettere insieme e rendere accessibili, per ogni assistito, dati e documenti sanitari prodotti da medici e operatori di strutture sanitarie del territorio anche di altre regioni, funziona a metà. Stando a quanto accertato dal Corriere dell’Umbria, i privati accreditati del cuore verde non possono ancora inserire i referti relativi ai pazienti che usufruiscono di visite e prestazioni in regime convenzionato.
Nell’ottobre 2022 la Regione ha chiesto alle strutture private accreditate, con una mail, di indicare il tipo di software utilizzato per le rispettive banche dati proprio per creare una piattaforma unica che permettesse l’interoperabilità dei vari sistemi, in base al decreto del 20 maggio 2022 relativo al finanziamento Pnrr. Il piano di adeguamento sarebbe dovuto essere operativo entro il 30 giugno 2024. Niente.
Come se non bastasse, arriva la pagella con voti decisamente bassi da parte della fondazione Gimbe. Nel report pubblicato il 27 novembre, l’Umbria risulta la penultima regione per medici specialisti delle aziende sanitarie abilitati alla consultazione dell’Fse, al 31 agosto scorso. La media italiana è del 76% ma le differenze tra le regioni risultano notevoli. Le percentuali oscillano tra lo 0% della Liguria e il 100% in Lombardia, Molise, Province autonome di Bolzano e Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Al di sotto della media nazionale si collocano Sicilia (73%), Lazio (59%), Abruzzo (28%), Calabria (25%), Marche (2%) e penultima l’ Umbria, come detto, all’1%. La Liguria rimane il fanalino di coda con una totale assenza di medici specialisti abilitati (0%).
Scarso feeling anche da parte dei cittadini, visto che nella rilevazione tra giugno e agosto 2024 solo il 4% degli umbri ha consultato il proprio fascicolo, a fronte di una media nazionale del 18%. Bassa anche la quota dei servizi offerti nell’Fse nel cuore verde: se a livello italiano solo Lazio (67%) e Toscana (64%) superano la soglia del 60%, offrendo un’ampia gamma di funzionalità, all’estremo opposto troviamo per l’appunto l’Umbria, dove i servizi accessibili tramite il Fse si fermano all’8%, e a chiudere Abruzzo e Calabria all’8%. Attualmente, nei fascicoli regionali sono disponibili 37 servizi, che permettono ai cittadini di svolgere varie attività fondamentali: dal pagamento di ticket e prestazioni alla prenotazione di visite ed esami, fino alla scelta del medico di medicina generale o alla consultazione dei tempi delle prestazioni in lista d’attesa. Stando alla dashboard presente sul sito di Palazzo Donini, risultano attivi 792.708 fascicoli, con 50,1 milioni di ricette farmaceutiche, 26 milioni di specialistiche, 13, 4 milioni di referti, 257 mila documenti di altre regioni, 805.886 verbali di pronto soccorso, 219 mila lettere di dimissioni ospedaliere. Nulla, come prevedibile, su liste d'attesa e referti dei privati convenzionati.
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