Attualità
La ex scuola elementare Garibaldi di Città di Castello
Con Delibera numero 98 dello scorso 4 giugno la giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo per la demolizione della ex scuola elementare Garibaldi per un importo di 315.000 euro da reperire con apposito mutuo. Nello stesso prospetto si fa riferimento che oltre la demolizione e la messa in sicurezza dell’area verranno realizzati un centinaio di posti auto. Questa affermazione ha fatto scattare subito un dibattito politico, con i consiglieri di opposizione Lignani Marchesani, Campagni e Arcaleni che lanciano strali di vario tipo sulla scelta e sui relativi costi dell’operazione, ma soprattutto sul futuro del progetto di piazza Burri che potrebbe secondo alcuni evaporare, mentre secondo altri la demolizione della scuola era indispensabile per poter liberare l’area, trovare un eventuale acquirente della stessa e quindi progettare quanto disegnato nella sua arte visionaria il maestro Albero Burri.
Il primo a prendere parte a questo dibattito pubblico è stato Lignani Marchesani che già ha presentato una specifica interrogazione. Lignani sottolinea come “seppur con sette anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista dall’accordo di programma tra Comune e Fondazione Burri, è indubbiamente una buona notizia visto il degrado insostenibile dell'edificio alle porte del Centro storico. A far sorgere dubbi è il dettato della delibera stessa che tace completamente sul progetto di Piazza Burri (il famoso cubo nero e l’installazione dell’opera del Maestro Teatro scultura al centro della Piazza oltre alla riqualificazione delle aree adiacenti), e che anzi va completamente fuori rotta prevedendo nuovi parcheggi una volta rimosse le macerie. L’interrogazione presentata chiede a tal proposito lumi, su stop temporaneo o accantonamento definitivo di Piazza Burri? E ancora nuovi parcheggi a pagamento o gratuiti in un’ottica concreta di rilancio del Centro storico? Se da un lato sette anni di ritardo rappresentano comunque un fallimento dell’Amministrazione, dall’altro l’auspicio è che si intenda invece fare un semplice e momentaneo punto della situazione per andare a bersaglio e prevedere in tempi ragionevoli, come nelle direttive e nei desideri del Maestro, un quadrante della città che testimoni un unicum integrato tra arte contemporanea e Rinascimento”. Non resta altro che attendere gli eventi, certamente la polemica politica è più bollente che il caldo afoso di questi giorni.
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