CITTA' DI CASTELLO
Il Museo Malakos di Città di Castello corre in soccorso della barriera corallina. Il centro scientifico tifernate metterà a disposizione le sue forze per un progetto di restauro biologico del reef Indonesiano-Filippino. Le barriere coralline sono in pericolo in tutto il mondo, ma, da più di 20 anni, l’Ong francese “Scaph Pro Marine Research”, ha varato un ambizioso lavoro a difesa delle barriere più seriamente minacciate.
Grazie a Jean Francois Marailhac, fondatore e direttore scientifico della stessa Ong, l’iniziativa ha ridato vita a vaste aree coralline fortemente compromesse dall’opera scriteriata dell’uomo. Da quest’anno il team internazionale di esperti che prestano gratuitamente la loro opera per questa importantissima iniziativa, si è arricchito degli esperti del Museo Malakos, col gruppo di lavoro impegnato nelle aree meridionali delle Filippine.
Il professor Gianluigi Bini e le dottoresse Debora Nucci e Beatrice Santucci, metteranno a disposizione del progetto la loro competenza per quanto riguarda i molluschi, importante componente ecologica di questi complessi e delicatissimi ambienti marini. "Questi meravigliosi animali - spiegano i responsabili di Malakos - abitano con migliaia di specie anche le formazioni coralline, con una convivenza che sempre può essere pacifica. Infatti, alcune specie di conchiglie si cibano dei polipi dei coralli, con danni trascurabili ed in equilibrio ecologico quando le popolazioni dei coralli vivono in perfetta salute. Ma quando i popolamenti corallini sono in sofferenza, spesso questi piccoli esseri possono arrecare gravi danni. E’ questo il caso che si può verificare per le aree marine costiere interessate dalle opere di ripopolamento dei coralli. Se le piccole colonie pioniere sviluppate in laboratorio, una volta impiantate a mare, venissero attaccate da un numero consistente di questi piccoli parassiti, la loro sopravvivenza potrebbe essere compromessa, con il conseguente fallimento del progetto".
Il compito degli esperti di Malakos sarà quindi quello di operare un attento esame dei campioni dei detriti organici che verranno raccolti dai subacquei, per individuare la presenza di questi piccoli predatori e di capire se la consistenza numerica di questi animaletti possa arrecare gravi danni, ma anche di suggerire le strategie per limitare un loro, pericoloso, sviluppo incontrollato. “Una straordinaria notizia che punta ancora una volta i riflettori della scienza mondiale su Malakos, il Polo scientifico e museale fra i più importanti in Europa, motivo di orgoglio e gratitudine grazie al lavoro di appassionati esperti e studiosi che da anni lo stanno facendo crescere sempre di più”, hanno commentato il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, e l’assessore comunale alla Cultura, Michela Botteghi.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy