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La linea di Papa Leone XIV parte dall'Umbria. Il messaggio ai vescovi italiani: "Prevenire gli abusi e fine del servizio ordinario a 75 anni"

Il Santo Padre si è recato ad Assisi, Santa Maria degli Angeli e Montefalco: una visita con segnali chiari e inequivocabili. E sulla tomba d San Francesco "ho pregato per la pace nel mondo"

Gabriele Burini

21 Novembre 2025, 06:00

La linea di Papa Leone XIV parte dall'Umbria. Il messaggio ai vescovi italiani: "Prevenire gli abusi e fine del servizio ordinario a 75 anni"

Papa Leone sulla tomba di San Francesco (foto Vatican Media/LaPresse)

Quando Papa Leone XIV è atterrato a Santa Maria degli Angeli, ieri mattina intorno alle 8.30, ad accoglierlo è stata “sor’Acqua”. Del resto, non poteva che iniziare nel segno di San Francesco la prima uscita in Umbria di Robert Francis Prevost da quando indossa l’abito bianco. E non è nemmeno un caso che proprio nel luogo in cui il Poverello capì che doveva vivere “secondo il santo Vangelo”, il pontefice abbia voluto mandare dei messaggi chiari ai vescovi italiani, riuniti per l’81esima assemblea generale.

Un momento intenso, a porte chiuse, dove la linea di Leone è emersa forte e chiara. “In questo tempo abbiamo più che mai bisogno di porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo - ha esordito il pontefice - A voi vescovi spetta tracciare le linee pastorali per i prossimi anni, perciò desidero offrirvi qualche riflessione affinché cresca e maturi uno spirito veramente sinodale nelle Chiese e tra le Chiese del nostro Paese”. Innanzitutto, “desidero che ci sia l’impegno di tutti, perché prenda forma il volto di una Chiesa collegiale, che condivide passi e scelte comuni”. E quindi, visti i cambiamenti degli ultimi anni, anche a livello demografico, non bisogna “tornare indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, soprattutto laddove le esigenze dell’annuncio cristiano ci invitano a superare certi confini territoriali e a rendere le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte, imparando a lavorare insieme e a ripensare l’agire pastorale unendo le forze”. Ma allo stesso tempo, vanno valutate le richieste delle singole comunità: “Auspico che i vescovi di ogni regione compiano un attento discernimento e, magari, riescano a suggerire proposte realistiche su alcune delle piccole diocesi che hanno poche risorse umane, per valutare se e come potrebbero continuare a offrire il loro servizio”.

Quindi, qualche indicazione sui cambiamenti: “Una Chiesa sinodale ha bisogno di rinnovarsi costantemente. Bisogna evitare che l’inerzia rallenti i necessari cambiamenti. A questo proposito, tutti noi dobbiamo coltivare l’atteggiamento interiore che Papa Francesco ha definito imparare a congedarsi, un atteggiamento prezioso quando ci si deve preparare a lasciare il proprio incarico. È bene che si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli ordinari (i vescovi, ndr) nelle diocesi e, solo nel caso dei cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni”. Insomma, messaggi netti e inequivocabili. Così come denso di significato è stato il passaggio in cui Prevost, dopo aver chiesto ai vescovi di continuare a spendersi nella cura dei poveri, ha raccomandato “l’attenzione ai più piccoli e vulnerabili, perché si sviluppi anche una cultura della prevenzione di ogni forma di abuso. L’accoglienza e l’ascolto delle vittime sono il tratto autentico di una Chiesa che, nella conversione comunitaria, sa riconoscere le ferite e si impegna per lenirle”. Da qui il ringraziamento per “quanto avete già fatto” e l’incoraggiamento a “portare avanti il vostro impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili”. Infine, la speranza che “l’esempio di San Francesco possa dare anche a noi la forza per compiere scelte ispirate da una fede autentica e per essere, come Chiesa, segno e testimonianza del Regno di Dio nel mondo”.

Papa Leone XIV davanti ai vescovi italiani nell'ultima giornata dell'assemblea della Cei a Santa Maria degli Angeli (foto Vatican Media/LaPresse)

Prima di parlare ai vescovi, Papa Leone XIV è salito in auto ad Assisi, per una preghiera intima sulla tomba di San Francesco. Poi ha raggiunto Montefalco in elicottero, per una visita al monastero agostiniano di Santa Chiara, dove era stato più volte da padre generale dell’Ordine di Sant’Agostino. Qui ha detto messa con le suore, ha pranzato e poi, prima di ripartire in direzione Roma - dove è rientrato intorno alle 14 - ha parlato con i giornalisti. “L’Umbria è la terra di tanti santi: sono molto contento di essere stato prima ad Assisi e poi a Montefalco. Qui c’è un clima di santità. Sulla tomba di San Francesco ho pregato per la pace nel mondo e per il bene di queste comunità”. Quindi, il ritorno in elicottero a Città del Vaticano. Prossimo appuntamento al 2026, il conto alla rovescia è già iniziato.

Papa Leone assieme alle suore di Montefalco (foto Vatican Media/LaPresse)

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