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Ottocentenario

Assisi, Dolce sentire: il Cantico delle Creature in scena come atto di verità

Lo spettacolo dell'Istituto Serafico incanta tutti e regala emozioni

Flavia Pagliochini

28 Ottobre 2025, 06:00

Spettacolo Cantico delle Creature Serafico

Uno spettacolo per celebrare il Cantico delle Creature di cui ricorrono gli ottocento anni dalla composizione, che la presidente Francesca Di Maolo ha voluto dedicare, insieme con i ragazzi e gli operatori della struttura, a Eliza Stefania Feru, 29enne operatrice dell’istituto uccisa all'inizio del 2025 con un colpo di pistola nel salotto di casa dal marito. Grande successo e applausi a scena aperta – con, tra il pubblico, anche la presidente della Regione Stefania Proietti – per “Dolce Sentire”, lo spettacolo messo in scena da trentaquattro ragazzi – affiancati sul palco da attori, performer e dagli operatori del Serafico – sotto la direzione artistica di Fabrizio Benincampi e Francesco Bellanti.

Al centro del racconto non c’è stato solo il Cantico ma anche il prequel: la storia vera – documentata da frate Leone e trascritta in un codice custodito nel Sacro Convento – di come e perché il Poverello di Assisi, ormai malato, cieco e devastato dai dolori, sia riuscito a trovare una voce di lode proprio nel momento più buio della sua vita. “Dolce Sentire” prende il titolo della canzone resa celebre da Claudio Baglioni nel film “Fratello Sole, Sorella Luna” di Franco Zeffirelli e nasce dal desiderio del Serafico di partecipare alle celebrazioni per l’ottavo centenario del Cantico – e alla vigilia dell’ottocentenario della morte di San Francesco – con il “suo” linguaggio, capace di unire arte, spiritualità e inclusione. “Chi guarda questo spettacolo non vede una recita ma un atto di verità. I nostri ragazzi non interpretano ruoli ma vivono ciò che portano in scena, perché ogni parola del Cantico parla anche della loro forza e della loro tenacia. Come Francesco, anche loro affrontano il mondo con fatica ma anche con determinazione. Ed è da questo incontro tra arte e realtà che nasce qualcosa di straordinario: non una narrazione sulla disabilità, ma uno spettacolo che mette al centro le capacità di ognuno, senza barriere né etichette”, ha spiegato Francesca Di Maolo, presidente del Serafico.

Il parallelo con l’esperienza di Francesco è evidente: lui, abbracciando il lebbroso, accettò ciò che il mondo considerava escluso, dando il via al cammino che lo portò alla santità; e oggi sono i ragazzi del Serafico a dare corpo e voce al Cantico delle Creature, rendendolo un inno vivo che si esprime non in una rappresentazione simbolica, ma attraverso il suono, la danza, l’arte, i colori. Sul palco ogni elemento – frate Sole, frate Vento, sora Acqua, frate Fuoco, Madre Terra e perfino sorella Morte – si accende grazie a chi lo attraversa e lo racconta con la propria unicità. E così, proprio come ottocento anni fa, il canto di Francesco riprende a vivere e continua a parlare, soprattutto quando nasce da quelle vite che ogni giorno superano il limite conquistando forza e coltivando resilienza.

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