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Luisa Spagnoli, 90 anni dalla scomparsa: il ricordo di un’imprenditrice perugina continua

21 Settembre 2025, 09:41

Luisa Spagnoli, 90 anni dalla scomparsa: il ricordo di un’imprenditrice perugina continua

Luisa Spagnoli

Il 21 settembre del 1935 Luisa Spagnoli moriva in un ospedale svizzero per un cancro alla gola, all’età di 58 anni, assistita amorevolmente da Giovanni Buitoni, l’amore della sua vita. A distanza di 90 anni lei vive ancora non solo con la florida azienda di abbigliamento che porta il suo nome condotta con polso fermo dalla bisnipote Nicoletta insieme al figlio Nicola Barbarani ma soprattutto nell’immaginario collettivo come esempio di laboriosità, genialità, imprenditorialità, perseveranza, spirito di sacrificio che ha lasciato nel suo passaggio terreno.

Il Bacio della Perugina, i golfini di angora, l’asilo per i figli delle lavoranti dell’azienda, sono solo tre piccoli grandi esempi di quello che Luisa Sargentini, figlia del pescivendolo Pasquale, ha saputo creare impegnandosi giorno dopo giorno nella Perugina e nel far crescere un’azienda di abbigliamento oggi ben nota in tutto il mondo.

“Ho conosciuto la bisnonna solo attraverso i racconti dei miei familiari, come mio padre, che mi parlava di una nonna con una grossa personalità e che metteva un po' in soggezione i nipoti - racconta Nicoletta - Molto manager e forse meno nonna. Sicuramente era così, tuttavia ogni tanto aveva degli slanci, come quando si era ammalata la sorella di papà, che una volta da piccolissima, ha avuto la bronchite. La curò personalmente, estromettendo praticamente i genitori. Sicuramente essere bisnipote di una donna straordinaria come Luisa è un privilegio che porta con sé anche un grande senso di responsabilità. Sin da bambina la sua figura ha rappresentato per me un modello di intraprendenza, di creatività e di forza d'animo. Crescere alla sua ombra mi ha insegnato che nulla si ottiene senza passione e dedizione, senza una visione. Era una donna che sapeva sognare, ma anche agire, affrontare le difficoltà. E’ stata anche un'innovatrice. Diceva che la volontà e la forza d'animo sono la base di ogni storia di successo e questo riguarda non solo l'economia, ma ogni aspetto della nostra vita. Ha dimostrato tanto coraggio nelle scelte e tanta tenacia nel perseguire i propri obiettivi. Per riuscire a fare questo servono sicuramente entusiasmo, disciplina, sacrificio e una visione. Serve non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma affrontare le sfide con determinazione. Spero che l'esempio di Luisa viva in ognuno di noi, la sua eredità si estende anche alle nuove generazioni, inclusa quella di mio figlio che rappresenta il futuro della nostra impresa e porta avanti con orgoglio il nome della famiglia”.

“Il mio ricordo si basa ovviamente sui racconti che mia madre mi ha fatto della sua bisnonna Luisa - aggiunge a sua volta Nicola - ma la sua figura è sempre stata presente nella nostra famiglia e oserei dire anche nella storia del nostro Paese. Il ricordo di questa donna straordinaria a 90 anni dalla sua scomparsa è per me motivo di orgoglio perché il suo lavoro e il suo esempio continuano a ispirare non solo chi porta il suo cognome ma anche tante persone che vedono in lei un simbolo di emancipazione femminile e di intraprendenza”.

Rimasta orfana in tenera età, con la mamma casalinga impegnata a crescere quattro figli, Luisa ha dovuto lasciare la scuola subito dopo aver imparato a leggere e scrivere per andare a fare l’apprendista nella casa di moda Antinori. A 20 anni ha conosciuto ad una festa Annibale Spagnoli con il quale si è sposata il 27 febbraio del 1899 e con lui si è trasferita a Mantova dove il marito era di leva. Nel settembre del 1900 ha dato alla luce il primo figlio Mario, seguito poi da Armando. A quel punto la famigliola è tornata a vivere a Perugia, e racimolando prestiti tra amici e parenti, ha rilevato, su suo consiglio e intuizione, la piccola azienda di confetteria dei Corelli, con sede in una sorta di scantinato in Via Alessi (oggi acquisito in sua memoria dall’erigendo Museo Città del Cioccolato).

Con entusiasmo e determinazione, inizia a creare sfiziosità e cioccolatini, ed anche altri due bambini, Maria, che purtroppo morirà piccolissima e Aldo. Tra i loro clienti c’era anche la piccola azienda Buitoni con la quale fondano la Perugina (Annibale, Francesco Buitoni e Leone Ascoli, lei no essendo donna) con un capitale sociale di 60 mila lire e 15 dipendenti. Nel 1909 rientra dalla Germania anche il giovane Giovanni Buitoni con il quale Luisa comincia a lavorare in grande sintonia dando slancio all’azienda, diventando così una imprenditrice di successo ed un capo esigente e diligente. Una pioniera del welfare. Nel 1915 arriva la guerra, gli uomini vanno tutti al fronte e lei assume le donne rimaste a casa mandando avanti l’azienda insieme ai figli Mario e Aldo. A fine guerra la Perugina aveva già 100 dipendenti. Nasce la leggenda della creazione del Bacio (ex cazzotto), cioccolatino di cioccolato e granella di nocciola, oggi stranoto in tutto il mondo e quella dei cartigli in esso contenuti che, si dice, fossero bigliettini amorosi che Giovanni infilava dentro e mandava all’amata Luisa.

Amante degli animali un giorno accarezzando un coniglio si accorge che attaccato alle sue mani rimane il pelo morbidissimo della sua bestiolina. Nasce da lì la nuova impresa nel mondo della moda, a Santa Lucia, l’Angora Spagnoli, per la creazione di golfini, scialli ed altri indumenti. I conigli, amorosamente allevati, non vengono rasati ma solamente pettinati dalle operaie ricavando una enorme quantità di filato pregiato. Luisa però non potrà godere di questo ulteriore successo perché morirà a breve tra le braccia di Giovanni. Resta però viva nel ricordo dei suoi cari: figli, nipoti e pronipoti e nella storia della sua città che gode di una azienda di grande prestigio che porta e porterà sempre il suo nome.

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