ATTUALITA'
"Romizi si arrabbia con me ogni volta che dico questa cosa, ma nell’acquisizione di finanziamenti del Pnrr c’è stata una gestione bulimica rispetto alla capacità progettuale ed alle forze della nostra amministrazione, che ha un organico insufficiente e tutto occupato dai tanti cantieri aperti, cominciando da quelli del Brt. Ieri mattina al sindaco di Bologna, a Matteo Lepore che mi diceva di pensare in grande, ho spiegato che faremo quello che è scritto nel programma, ma a piccoli passi, quindi le zone 30, poi anche la Città 30. Ma partiremo con le piazze davanti alle scuole. E per dimostrare che facciamo sul serio, a gennaio abbiamo invitato Carlos Moreno, l’urbanista ideatore del concetto di Città dei 15 minuti".
Dopo tre ore di convegno ("Città 30, città per le persone", organizzata per il decennale della Fiab), Vittoria Ferdinandi riassume la situazione vista dal Palazzo, non uccide i sogni nella culla, ma rimanda alla platea, peraltro gasatissima dai tanti interventi di spessore, un sano pragmatismo.
Ma il panel di ospiti che Paolo Festi, presidente della sezione di Perugia dell’associazione ambientalista e Michele Guaitini, anima radicale e "difensore civico" in pectore della città, hanno portato all’interno del Teatro Tieffeu di corso Cavour ha veramente contribuito (con numeri e dati) ad approfondire una tematica ormai ineludibile in tutta Europa.
Una lezione di civismo che andrebbe proiettata nelle scuole. Prima di iniziare, Festi ha comunicato, con un pizzico di commozione, che il percorso ciclopedonale da Centova al Silvestrini sarà intitolato a Maria Grazia Celani, fondatrice e prima presidente di FiabPerugia Pedala, recentemente e prematuramente scomparsa.
De Rebotti: milioni per le nostre ciclabili
Francesco De Rebotti, assessore regionale alla mobilità: "a Perugia il numero delle auto ha superato quello degli abitanti, 1,5 per ogni persona. Già questo basterebbe per dire che bisogna muoversi e pure in fretta. Se poi la parola ‘zona 30’ procura una certa rigidità possiamo chiamarla ‘zona a traffico calmierato’ o molto praticamente ‘qui si va più piano’. L’importante è capire il concetto. Da sindaco di Narni ho sperimentato l’utilità di questa buona pratica, che non è una crociata contro le auto, ma riduce gli incidenti, salva le persone, migliora la qualità dell’aria e riconsegna gli spazi pubblici alla città. Visto il contesto in cui siamo dirò che la Regione ha stanziato 4,3 milioni per tre interventi strategici su altrettante ciclovie: Montecorona-Gubbio-Fossato di Vico, Bevagna-Sangemini-Terni e l’anello del lago di Piediluco. Contiamo di acquisire ulteriori 2 milioni di finanziamenti per il percorso attorno al Trasimeno, la Terni-Narni, il completamento della Spoleto-Norcia. E ci dovremo inserire nel progetto da 40 milioni di euro della ciclabile che andrà dal Monte Argentario alle Marche".
Vossi: "Penseremo a tutti i quartieri"
Pierluigi Vossi, assessore comunale alla mobilità: "partiamo da zero, perché il Pums approvato dalla precedente giunta nel 2019 non è stato attuato. Nessuno se ne è occupato, non c’era nemmeno un assessore alla mobilità. Per cui, appena reperiti i fondi necessari faremo le zone 30 a Ponte San Giovanni, Balanzano, San Sisto, via Birago, Borgo XX Giugno, via Pinturicchio, Cassero, piazza Grimana e Porta Conca, non prima di averle condivise e partecipate con gli abitanti. Da giurista faccio veramente difficoltà a capire chi è contrario a questi interventi, che sono attivi anche in molte città governate dal centrodestra, come Olbia o Ascoli e che sono fondamentalmente al servizio dei cittadini e della loro salute. E’ triste dove ricordare i pedoni, anche bambini, morti sulle strade, investiti a causa della velocità. Ma vorrei aggiungere che il vecchio Pums ha ignorato del tutto le zone nord-est e nord-ovest della città, i ponti, realtà come Casa del Diavolo o Colle Umberto. C’è molto lavoro da fare, contestualmente alle zone 30, per esempio, migliorare l’accesso ai mezzi pubblici e diminuire i disagi per quel 12% di cittadini che ne fanno uso. Quindi pensiline, marciapiedi, illuminazione".
Zara "Serve formazione per chi ci amministra"
Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria: "le zone 30 non sono un alternativa ‘chic’, ma servono ad evitare il monopolio delle auto sulle nostre strade, a diminuire anzitutto la mortalità in un territorio come il nostro dove la sicurezza stradale è una vera piaga.
La cosa più immediata da fare, comunque, è sviluppare la cultura legata a questi progetti, fare formazione soprattutto nelle amministrazioni pubbliche, creare una professionalità ed una coscienza. Se i tecnici acquisiranno competenze specifiche potranno anche spiegare meglio cosa si sta facendo a chi ignora la materia e la rifiuta per principio".
Maggioni: "Più alberi e bici come a Parigi"
Susanna Maggioni, vicepresidente nazionale di Fiab (arrivata in treno e poi in sella alla propria bici): "in Europa nessuna delle centinaia di città che hanno scelto le zone 30 è tornata indietro. Ci vuole sempre una visione a lungo termine, come a Parigi, dove saranno piantati 17mila alberi su tutta la tangenziale, costruite 300 strade scolastiche, sostituito il 40% dell’asfalto con il verde. E non bisogna preoccuparsi delle proteste. All’inizio ci sono state ovunque, poi sono arrivati i risultati e tutto si è placato".
Colombo: "A Bologna nessun pedone ucciso"
Andrea Colombo, ex assessore comunale alla mobilità, project manager di Bologna 30: "dico sempre che le autostrade sono per le auto, le strade sono per tutti, senza distinzioni di categorie. Basti pensare alla nostra vita: possiamo essere bambini, adulti, anziani, ciclisti, automobilisti, fruitori di mezzi pubblici, costretti a mobilità ridotta. Le strade vanno condivise e distribuite in modo più equo, tenendo presente che lì non siamo tutti uguali: chi ha più massa ha maggiori responsabilità.
E il vantaggio di passare dal limite 50 al 30, non è uno slogan, segue una legge della fisica. Bologna è ormai una Città 30 ed i risultati sono eclatanti: lo scorso anno diminuiti incidenti e zero pedoni uccisi, non succedeva dal 1991. Smog (biossido di azoto emesso dalle auto) meno 29%, traffico meno 10%, aumento flusso bici + 10% in un solo anno. Diminuiti rumore e consumo di carburante derivanti dallo stop & go".
Grezzi: "A Valencia meno auto, più affari"
Giuseppe Grezzi, assessore mobilità Valencia dal 2015 al 2023: "in otto anni, rendendo lo spazio più ‘democratico’, cioè muovere più persone e più velocemente, siamo diventati capitale mediterranea della bici. Abbiamo costruito 75km di ciclabili, che in tutto portano a 200 il totale. Tutte a rete tra di loro e protette. Inoltre 150.000 mq di zone pedonali con il limite di 30 sul 75% delle strade della città. L’investimento è stato di 12 milioni complessivi, 7 dei quali da fondi europei. Le polemiche anche feroci, visto che un italiano si permetteva di fare queste cose in Spagna, sono man mano scemate. Ora le transazioni commerciali sono aumentate del 67%, perché ci sono più negozi e più clienti in giro. Lo slogan è questo: invece di avere la libertà di andare in auto dovunque, bisogna avere la libertà di andare ovunque senza auto".
Si comincia da via Birago
In conclusione l’intervento dell’assessore alla mobilità di Lodi, Stefano Caserini ("abbiamo istituito 22 zone 30 in una città di 46mila abitanti"), e degli architetti Marco Piazza e Matteo Lanfaloni, che hanno progettato il cambiamento della zona di via Birago, una delle prime sulle quali si comincerà a lavorare.
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