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La mostra

Perugia ritrova Raffaello: l’Incoronazione della Vergine torna a Monteluce dopo oltre due secoli, nel segno del Giubileo della speranza

Sabrina Busiri Vici

03 Settembre 2025, 08:24

L'incoronazione della vergine

Dopo 500 anni dalla sua commissione e dopo oltre due secoli di assenza dalla chiesa di Monteluce torna a Perugia l’Incoronazione della Vergine, commissionata a Raffaello Sanzio e portata a compimento dagli allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni proprio per la chiesa di Santa Maria Assunta in Monteluce.
L’occasione si inserisce nelle iniziative per il Giubileo della speranza.
La mostra, dal titolo L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani , si apre il prossimo 1 ottobre al museo del Capitolo, all’Isola di San Lorenzo di Perugia.
Ma qual è la storia di questa straordinaria opera? Era il 1505 quando le clarisse di Monteluce affidarono la realizzazione di una grande pala d’altare a un giovane e già celebre pittore: Raffaello Sanzio. Il dipinto con L’Incoronazione della Vergine arrivò in città solo nel 1525, dopo lunghe attese, contratti disattesi e dopo la morte del maestro. A completare l’opera furono due dei suoi allievi più fidati: Giulio Romano e Giovan Francesco Penni. Collocata per secoli sull’altare della chiesa di Santa Maria Assunta di Monteluce, l’opera venne poi requisita dagli emissari di Napoleone ed è oggi custodita nei musei Vaticani, come una delle opere più significative della Pinacoteca Vaticana.


“Un’opera monumentale che permetterà di raccontare un cammino di Speranza: all’arte, infatti, viene affidato il compito di raccontare il percorso giubilare del 2025”, sottolineano gli organizzatori.
L’opera, come già detto, torna in città grazie alla collaborazione dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve con i musei Vaticani e per la prima volta sarà esposta insieme alla predella con storie della vita di Maria, dipinta da Berto di Giovanni, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria.


Il visitatore, nel percorso espositivo della mostra, è condotto alla scoperta di un’opera di confine: tra il genio del maestro e la forza della bottega, tra la clausura e la città, tra la storia dell’arte e la spiritualità.
Realizzata grazie al sostegno della Fondazione Perugia, la mostra è una grande opportunità per riunire insieme, dopo secoli di assenza, gli elementi di un’opera rinascimentale tra le più significative della storia artistica perugina che, nel corso del 1797, venne confiscata dalle truppe napoleoniche. Nel cuore del Giubileo della Speranza è davvero un atteso ritorno.

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