Attualità
Fronte e retro del Palio di settembre
Si intitola Guanto della rivincita, porta la firma degli artisti Floating Beauty e Lulù Nuti e verrà alzato dal “più bravo tra i bravi” nella prossima Giostra della Rivincita. È il Palio della Quintana settembrina, presentato ufficialmente ieri sera a Palazzo Trinci e fin da subito divenuto oggetto del desiderio dei dieci rioni. Un’opera che, però, non è solo un vessillo celebrativo, quanto piuttosto un vero e proprio dispositivo narrativo, capace di intrecciare la visione poetica e materica della mise en scène scultorea di Nuti con la ricerca più artigianale ed iconica di Floating Beauty, alias Simone Testi. Una duplice prospettiva in cui il Palio si trasforma da trofeo a gesto di cura, esprimendo il senso di una riconciliazione profonda. E qui si inserisce pure l’eloquenza del titolo, che evoca un oggetto di mediazione e di sfida, protezione e al contempo offerta: il guanto, simbolo, nei secoli scorsi, di autorità e investitura, ma anche di dono e presenza, che, nell’opera, non si lancia per sfidare ma si offre per riparare.
Nel dettaglio, la composizione include una stampa serigrafica dell’opera San Giorgio e il Drago da Raffaello di Salvo. Un’immagine, scomposta e riassemblata dagli artisti in una linea continua che unisce cavaliere e creatura, che diventa così un’astrazione luminosa: “Invece dello scontro, una fusione di forme; invece della vittoria, la guarigione”. Il tutto per un progetto che, da un lato, rielabora ed amplia la ricerca visiva e concettuale che Nuti conduce da anni sulle possibilità della cura attraverso la materia e che, dall’altro, racchiude la riflessione di Floating Beauty sulla possibilità di un’estetica che racconti le fratture senza rinnegarle, tradottasi anche in scelte materiche ben precise. Arte che si fonde con il sociale. Sì, perché il Palio della Rivincita è stato realizzato in collaborazione con la locale Società Cooperativa Sociale Ellelle, impegnata da oltre trent’anni nel supporto a persone diversamente abili. La stessa che per alcuni giorni ha ospitato i due artisti nella propria struttura, trasformandone gli spazi quotidiani in un laboratorio vivo, inclusivo e sperimentale. E tutti, dagli ospiti della cooperativa alle educatrici, dalle sarte al regista Alejandro Cifuentes, hanno partecipato attivamente alla realizzazione del Palio, che è così divenuto specchio di un’esperienza collettiva, “restituzione tangibile di un cammino cucito insieme”.
Un Palio unico, giacché pure double face, con il rovescio che diventa parte integrante e che, nel suo mostrarsi fronte retro, si rivolge anche agli ultimi, a chi “quotidianamente affronta sfide silenziose”. Il risultato è un’opera, realizzata sotto la direzione dell’avvocato Pier Luigi Metelli e della storica dell’arte Marta Silvi, che non protegge da qualcosa, ma protegge in nome di qualcosa: “La possibilità di immaginare un mondo diverso, tessendo insieme fili di storia, arte e comunità”.
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