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La grazia, presentato a Venezia il nuovo film di Paolo Sorrentino: il protagonista è un presidente della Repubblica. Ecco la trama

A interpretare il capo dello Stato è Toni Servillo, l'attore preferito dal regista partenopeo

Alfredo Doni

27 Agosto 2025, 12:56

La grazia, presentato a Venezia il nuovo film di Paolo Sorrentino: il protagonista è un presidente della Repubblica. Ecco la trama

Paolo Sorrentino

C'era grandissima attesa alla Biennale di Venezia per la proiezione del nuovo film di Paolo Sorrentino, di cui si conosceva solo il titolo: La grazia. Stamattina, mercoledì 27 agosto, si è tenuta la pre-anteprima presso la Sala Darsena al Lido e, come sempre, il regista è riuscito a stupire.

Il film racconta di un presidente della Repubblica che, giunto a fine mandato è alle prese con la richiesta di due grazie molto delicate e viene assalito da tanti dubbi, il più grande dei quali riguarda la fedeltà della moglie. A interpretare il ruolo del capo dello Stato italiano è, manco a dirlo, Toni Servillo, protagonista di 8 film degli 11 diretti da Sorrentino. Le scene sembrano quasi essere sorprese nel tempo e nello spazio, con il protagonista, Servillo presidente della Repubblica, che si aggira solitario lungo i corridoi del Quirinale. Il fulcro è la ricerca continua della verità, che a volte sembra a portata di mano ma che alla fine lascia sempre un dubbio.

Paolo Sorrentino: profilo e temi

Paolo Sorrentino è uno dei registi italiani più riconosciuti a livello internazionale, capace di coniugare ambizione estetica e sguardo personale. La sua filmografia, dagli anni Duemila a oggi, è un viaggio tra potere, solitudine, desiderio di bellezza e ricerca del senso dell'esistenza.

Filmografia essenziale

Il debutto avviene nel 2001 con L’uomo in più, in cui Toni Servillo interpreta un cantante melodico caduto in disgrazia. Già qui emergono i temi centrali del suo cinema: il fallimento, la nostalgia e l'ambiguità morale. Segue Le conseguenze dell’amore (2004), thriller rarefatto che consacra Sorrentino come autore, grazie a un linguaggio visivo originale e all'interpretazione memorabile di Servillo.

Con L’amico di famiglia (2006) arriva il racconto grottesco di un usuraio di provincia, mentre nel 2008 Il divo segna la consacrazione internazionale. Il ritratto visionario di Giulio Andreotti, interpretato ancora da Servillo, vince il Premio della Giuria a Cannes e diventa un riferimento per il cinema politico contemporaneo.

Nel 2011 Sorrentino gira in inglese This Must Be the Place, con Sean Penn nei panni di una rockstar in declino. È l'anticamera de La grande bellezza (2013), opera che lo porta all'Oscar per il miglior film straniero: Jep Gambardella, flâneur romano interpretato da Servillo, attraversa una capitale decadente in un affresco che omaggia Fellini.

Dopo la parentesi americana di Youth – La giovinezza (2015), con Michael Caine e Harvey Keitel, Sorrentino torna al potere con Loro (2018), dittico controverso dedicato a Silvio Berlusconi. Più intimo è È stata la mano di Dio (2021), film autobiografico ambientato nella Napoli della sua adolescenza, che ottiene il Gran Premio della Giuria a Venezia e una candidatura all'Oscar.

Le serie

Il suo cinema non si limita al grande schermo. Con le serie The Young Pope (2016) e The New Pope (2020), Sorrentino esplora ancora una volta i temi del potere e della fede, regalando al pubblico il personaggio iconico di Lenny Belardo, il Papa giovane e tormentato interpretato da Jude Law.

Un immaginario coerente e in evoluzione

Oggi, la filmografia di Paolo Sorrentino appare come un mosaico coerente e al tempo stesso in continua evoluzione. Tra eccesso e malinconia, ironia e dolore, il regista ha costruito un immaginario personale e riconoscibile, riportando il cinema italiano al centro del dibattito internazionale.

I film che lo hanno formato

Con l'annuncio de La Grazia come titolo d'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025, torna a circolare un contributo video realizzato da Netflix per il lancio di È stata la mano di Dio. In quell'intervista, Sorrentino ripercorreva i film che hanno formato il suo immaginario, componendo un diario personale fatto di emozioni e rivelazioni.

Tra le opere evocate compaiono Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore ed Effetto notte di François Truffaut, accomunati da uno sguardo sul cinema come esperienza vitale: mostrano la magia e la fatica del set e la tensione tra vita reale e rappresentazione.

Il vero momento di svolta arriva con di Federico Fellini, che Sorrentino riconosce come punto di riferimento definitivo: un film capace di restituire “la difficoltà di stare al mondo”, trasformando il tormento creativo in materia poetica e universale.

Quel modello felliniano diventa il nucleo intorno al quale ruota gran parte del suo cinema: il confine tra realtà e immaginazione, la fragilità dell'artista, il bisogno di bellezza come strumento per sopravvivere. Mentre Venezia si prepara ad accogliere la nuova opera, riaffiora un mosaico di ispirazioni che rivela il percorso intimo di uno dei cineasti italiani più celebrati a livello internazionale.

 

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