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Quante volte si sente nominare la "sindrome di Stoccolma" e puntualmente in ogni occasione in cui capita si va a googlare il significato. Una di queste è la morte di Clark Olofsson, uno dei due rapitori che ha ispirato la sindrome e che è scomparso oggi all'età di 78 anni. Come riporta il giornale svedese Dagens Etc, Olofsson è deceduto in seguito a lunga malattia.
Il caso della sindrome di Stoccolma
Nel corso di un sequestro di sei giorni per una rapina in banca, gli ostaggi di Olofsson iniziarono a simpatizzare per lui e il suo complice, tanto da difendere le loro azioni e diventare ostili nei confronti della polizia. L'indomani, il criminologo e psichiatra svedese Nils Bejerot coniò il termine "sindrome di Stoccolma" per teorizzare l'atteggiamento dei prigionieri. L'assalto alla banca di Stoccolma fu istigato da Jan-Erik Olsson, con cui Olofsson aveva stretto amicizia in prigione. Dopo aver preso in ostaggio tre donne e un uomo - ricorda la Bbc - Olsson chiese che Olofsson fosse portato in banca dalla prigione. Le autorità soddisfecero la sua richiesta e Olofsson entrò nella banca, circondata dalla polizia.
Olofsson convinse una degli ostaggi, Kristin Enmark, a parlare al telefono con il primo ministro svedese a nome dei rapitori. Lei chiese il permesso di lasciare la banca in un'auto con i rapitori, dicendogli: "Mi fido completamente di loro. Non ci hanno fatto nulla. Che ci crediate o no, abbiamo passato davvero dei bei momenti qui". La questione si concluse sei giorni dopo, quando la polizia fece irruzione e liberò i prigionieri che inizialmente si rifiutarono di andare con le forze dell'ordine, poi non testimoniarono contro i rapitori.
Da qui gli esperti hanno discusso se la sindrome di Stoccolma sia un vero disturbo psichiatrico o se si tratti di una condizione psicologica che subentra come un meccanismo di difesa per superare un evento traumatico.
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