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L'indagine

Umbria, allarme Uil Pensionati: "Gli anziani restano senza servizi". Il caso delle messe sospese per l'estate

Catia Turrioni

23 Giugno 2025, 08:27

Festa tesseramento

Un momento della festa del tesseramento a Bevagna

Sarà un’estate senza messa per gli anziani residenti nei borghi di Mosciano, Serre di Mosciano e Collecroce. La parrocchia della zona montana di Nocera Umbra, infatti, è stata costretta a sospendere le funzioni per l’impossibilità - come comunicato ai fedeli - di gestirle in mesi complicati per il sovrapporsi di tante attività. Una scelta obbligata e assolutamente comprensibile ma per l’Umbria che invecchia - dice Elisa Leonardi, segretaria regionale Uil Pensionati - un altro servizio che viene meno perché nei piccoli comuni le chiese non sono soltanto luoghi di culto ma veri e propri presidi sociali e culturali soprattutto per gli anziani, sempre più numerosi. Un grido di allarme rinnovato ieri, a Bevagna, nel corso della festa del tesseramento che ha visto la presenza anche di vertici nazionali del sindacato.

I numeri elaborati dalla Uil Pensionati parlano chiaro: l’Umbria presenta un profilo demografico fortemente articolato, con notevoli differenze territoriali. Il primato della longevità spetta a Poggiodomo con un’età media che sfiora i 64 anni (63,9) e un indice di vecchiaia impressionante di 1.150: significa che per ogni giovane sotto i 14 anni ci sono oltre undici anziani. L’intera Valnerina si conferma come l’area più anziana della regione, un trend condiviso con alcune zone del comprensorio Orvietano. “Si tratta di comunità quasi cristallizzate nel tempo - evidenzia Elisa Leonardi dove i giovani se ne sono andati e le nascite si contano sulle dita di una mano”. In questo contesto la mancanza di una presenza ecclesiastica diventa ancora più devastante.
La mappa della regione è costellata di luoghi di culto: ogni borgo, persino il più remoto, vanta il suo campanile, la sua canonica, il suo altare. Una distribuzione capillare che testimonia la radicata presenza della chiesa nel tessuto umbro. Eppure, dietro questa facciata di continuità, si cela un vuoto crescente. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di chiese rimaste “senza un parroco residente” o, peggio, che sono state “chiuse o spente”. Le ragioni sono molteplici. In primis c’è l’emergenza vocazioni fenomeno che, per esempio, l’arcivescovo di Perugia - Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis, ha affrontato sin dal suo arrivo spiegando che il futuro delle piccole parrocchie non può essere semplicemente quello di venire accorpate alle grandi e proponendo, invece, di costituire sul territorio équipe di persone sapientemente formate che lavorino in sintonia con il sacerdote di riferimento.

Non solo parrocchie, è l’intero impianto della coesione territoriale che rischia di incrinarsi. La Uil Pensionati ha elaborato una mappa dei servizi a partire da farmacie ed edicole. La distribuzione delle 216 farmacie regionali riflette la concentrazione abitativa: l’asse Perugia-Assisi-Foligno è densamente coperto, mentre le zone periferiche e montane – come quelle al confine con Marche e Lazio – restano ai margini.
Anche le edicole, 121 in tutta la regione, mostrano un’evidente polarizzazione: presenti nei centri urbani e lungo le principali direttrici viarie, quasi assenti nelle zone interne.
“I servizi non sono solo strumenti funzionali: sono garanzia di cittadinanza, inclusione e diritti - evidenzia Elisa Leonardi - La loro mancanza in vaste porzioni del territorio mette in discussione la tenuta del patto sociale e la sostenibilità del modello regionale. Le aree interne non possono essere lasciate sole”.

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