Attualità
Alessandro Petruzzi, presidente Federconsumatori Perugia
Aumentano i prezzi al consumo, anno su anno, al mese di maggio. In particolare i prodotti alimentari di prima necessità, riso, carne e pesce. Gli indici dei prezzi rilevati dall’Istat nel comune di Perugia, indicativi di buona parte della regione, fanno registrare un +1,4% tendenziale nell’ultimo mese rispetto al maggio 2024. La congiuntura degli ultimi tre mesi è pari a zero. All’interno i prodotti alimentari e le bevande analcoliche stanno a un +2,4 di tendenziale e 0,9 di congiunturale. Abitazione energia, acqua e combustibili a +4,2% tendenziale e -0,1 congiunturale. Aumenta l’istruzione (+3,3 tendenziale) calano comunicazioni e trasporti (-3,8 e -1,8). All’interno dei prodotti alimentari la carne è a +3,1, quella bovina è a più 5%. Il riso cresce del 6,6, pane e cereali 1.1, pesci surgelati 2,8, latte scremato 1,7, uova 6,1, formaggi 5,5, burro 21, vegetali 3,4. Poi non è un prodotto indispensabile ma si segnala il caffè aumentato del 29,2%.
“Anche se il congiunturale non rileva cambiamenti, sul fronte dei prodotti alimentari di base ci sono aumenti sia tendenziali che congiunturali. A questi si aggiunge l’incremento del 6% della tariffa rifiuti in Umbria. Con salari e pensioni più bassi della media che non aumentano da anni. Il potere d’acquisto diminuisce fortemente, siamo alla stagnazione economica e soprattutto aumentano i prodotti alimentari di base. Gli umbri avranno più difficoltà a comprare carne e pesce e questo potrebbe avere riflessi diretti sulla salute” spiega il presidente di Federconsumatori Perugia Sandro Petruzzi.
Cambiano i prezzi dei centri estivi. A tempo pieno calano, a tempo parziale aumentano. L’Osservatorio nazionale Federconsumatori ha effettuato il monitoraggio dei costi relativi a tali attività, confrontandoli con i dati relativi allo scorso anno.
“Dalla rilevazione - scrive Federconsumatori nazionale - emergono tendenze contrastanti. Mentre il costo settimanale, per il primo figlio, della tariffa relativa al tempo pieno diminuisce del -7%, aumentano le tariffe relative alla mezza giornata e quelle relative alla formula ridotta (ovvero che non prevedono il pranzo). Il costo medio settimanale della formula a tempo pieno è pari a 176,00 per un centro estivo in una struttura privata, che scende a 120,00 per i ragazzi che frequenteranno il centro estivo solo mezza giornata (fino alle 14)”.
Per quanto riguarda, invece, il prezzo rilevato per i centri estivi organizzati in strutture pubbliche, il costo si aggira intorno ai 79,00 euro per metà giornata (+5% rispetto al 2024), e ai 99,00 euro per il tempo pieno (+4% rispetto al 2024). “Ovviamente - precisa Federconsumatori - tali costi differiscono molto a seconda della fascia Isee di appartenenza della famiglia, quella presa in considerazione nel presente studio è quella più alta, comunque superiore a 26.000 euro.
La differenza riscontrata tra pubblico e privato è dovuta a diversi fattori: oltre alle strutture che ospitano i bambini (che per i centri estivi pubblici sono perlopiù istituti scolastici), il costo varia notevolmente anche in base alla tipologia delle attività ludiche e socio-educative svolte. Aumentano mediamente del +3,4%, inoltre, i centri estivi tematici, ovvero quelli che promuovono attività specifiche come corsi di inglese, laboratori artistici, attività sportive”.
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