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Parco minerario con le mastodontiche macchine escavatrici di Pietrafitta pronto già a settembre

Per Enel si tratta di un investimento di circa 10 milioni di euro, con un’attenzione particolare anche agli standard ambientali

Alessandro Antonini

21 Maggio 2025, 22:24

Parco minerario con le mastodontiche macchine escavatrici di Pietrafitta pronto già a settembre

Una delle grandi macchine escavatrici di Pietrafitta

È prevista per il prossimo settembre l’inaugurazione del nuovo Parco minerario nell’area della ex centrale di Pietrafitta.
Le macchine escavatrici sono state riverniciate, messe in sicurezza, sottoposte a restyling con percorsi di visita sopra le macchine stesse. C’è anche un progetto di illuminazione e fruibilità per il giorno e per la sera.


Lo scorso anno i mastodontici mezzi operativi erano fermi da oltre 25 anni, nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area mineraria promosso da Enel in collaborazione con i Comuni di Piegaro e di Panicale sono stati spostati con un’operazione spettacolare in una nuova e definitiva posizione, che diventerà per l’appunto fruibile per la popolazione ed i turisti all’interno di un parco a tema. È preconizzata la creazione di itinerari di illustrazione e visita delle macchine escavatrici, di collegamenti ciclopedonali tra il museo paleontologico e l’area mineraria. E ancora: c’è un piano che prevede esperienze laboratoriali e naturalistiche per le famiglie, con un’attenzione particolare ai bambini e al pubblico giovanile, per un grande progetto di ampio respiro che coniughi industria, natura ed energia, turismo sostenibile ed economia circolare. Tutto si innesta nel nuovo percorso intrapreso da Enel nel segno dell’ambiente, dell’innovazione, dell’archeologia industriale e del turismo sostenibile con il progetto di riqualificazione paesaggistica avviato nell’ex area mineraria di Pietrafitta. L’intervento interessa una porzione di territorio pari a circa 41 ettari e, in collaborazione come detto con i Comuni di Piegaro e di Panicale.

Per Enel si tratta di un investimento di circa 10 milioni di euro, con un’attenzione particolare anche agli standard ambientali: l’area, infatti, non necessitava di specifiche attività di bonifica, perché le terre sono già state esaminate e trattate come da normativa vigente (a seguito di un’inchiesta nata su queste pagine) ma in via cautelativa sono stati previsti 40 centimetri di terreno di ricopertura. Gli appezzamenti non avranno alcuna destinazione agricola e costituiranno il nuovo manto naturale utile a garantire la fruibilità dell’area.

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