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Nucleare pulito in Umbria, il professor Cotana: "Sarebbe una svolta per l'umanità". Il centro potrebbe nascere in Valnestore

Il docente dell'Università degli Studi di Perugia e amministratore delegato Rse commenta l'idea del premio Nobel Nakamura: "Energia senza inquinare"

Gabriele Burini

03 Aprile 2025, 10:00

Nucleare pulito in Umbria, il professor Cotana: "Sarebbe una svolta per l'umanità"

Il professor Franco Cotana con la presidente della Regione, Stefania Proietti, e il premio Nobel Shuji Nakamura

Il centro di ricerca sul nucleare pulito e sicuro in Umbria, idea del premio Nobel per la Fisica nel 2014, Shuji Nakamura, stuzzica Franco Cotana. E’ stato proprio il professore dell’Università degli Studi di Perugia e amministratore delegato Rse (Ricerca sul sistema energetico) ad aver accompagnato lo scienziato nipponico in giro per il cuore verde lo scorso marzo. E adesso, dopo la notizia anticipata dal Corriere dell’Umbria sulla possibilità di creare il centro nella zona della Valnestore, spiega come il nucleare pulito “sarebbe una svolta per l’umanità”.

“Per adesso è solo una ipotesi che deve essere ancora condivisa - dichiara Cotana - Però tra una decina d’anni dovremo vedere quale sarà la fine della centrale Enel di Pietrafitta, perché utilizza il gas e non si sa se riuscirà a essere mantenuta o meno. Questa invece sarebbe una possibilità per avere energia pulita senza inquinamento, che produce solo elio e senza scorie radioattive perché si genera dalla fusione di due atomi di idrogeno attraverso dei laser che li fanno avvicinare”. Nel 2022, negli Stati Uniti d’America è stato fatto un esperimento dove è stata prodotta più energia di quella consumata per azionare la fusione nucleare. “E’ la strada che l’umanità stava aspettando da anni, perché si tratterebbe di una fonte energetica inesauribile - va avanti il professor Cotana - Infatti non si usa l’uranio, ma l’idrogeno che sta nell’acqua. Si parte proprio dall’acqua per fondere l’idrogeno, la stessa reazione che avviene nel sole, solo che qui lo facciamo sulle goccioline piccole di un millimetro che vengono colpite dai laser. Se cadono con una certa frequenza, due/quattro al secondo, si genera talmente tanta energia che possiamo convertirla e generare 300 o 400 megawatt come attualmente fa la centrale a gas, solo che si eviterebbe il riscaldamento globale perché non ci sarebbe l’emissione dell’anidride carbonica”.

Insomma, in questo modo si eliminerebbe anche parte del contributo dell’uomo al cambiamento climatico. “L’umanità sta emettendo oltre 40 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno, in Italia siamo a 350 milioni, mentre il piano che Rse ha fatto per il ministero dell’Ambiente e poi mandato a Bruxelles prevede che, come tutti i paesi d’Europa, entro il 2050 dobbiamo andare a zero. Purtroppo però solo con le energie rinnovabili non è facile: non è solo questione di installazione e costi, ma anche dell’impatto che le installazioni possono avere. Non si possono usare solo i tetti, ma anche i campi agricoli o i crinali delle colline per l’eolico. Quello che si può fare fino al 2030/2032 va fatto con le rinnovabili, ma dal 2035 in poi questa tecnologia potrebbe essere matura anche per avere un minor impatto sul paesaggio e sull’ambiente - prosegue Cotana - Una centrale da 300/400 megawatt che occupa meno di un ettaro di terreno come queste per il nucleare sostenibile, e che quindi non producono alcun inquinamento ambientale, potrebbe generare tanta energia quanta quella generata tra i 2.000 e i 2.500 ettari di fotovoltaico. Sarebbe una svolta per l’umanità e non ci sarebbe problema di combustibile”. Un progetto da premio Nobel.

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