Attualità
L'ex centrale di Bastardo rasa al suolo
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Addio ciminiere. L’ex centrale Enel di Bastardo, a Gualdo Cattaneo, è stata rasa al suolo. Tra le varie proposte di rilancio c'è un maxi parco agrivoltaico con le erbe aromatiche.
Le attività che hanno interessato le isole ex produttive e gli edifici a servizio della gestione dell’impianto, con il coinvolgimento di imprese locali, sono in svolgimento avanzato - si apprende dalla società - e, per alcune parti “strutturali” come le ciminiere, concluse o in conclusione.
Dal punto di vista occupazionale complessivamente i lavori finora hanno coinvolto circa 50 persone tra ruoli tecnici, operativi e gestionali.
Per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile e le energie rinnovabili, all’interno del sito di Bastardo è stato realizzato un impianto fotovoltaico di un megawatt ed è stata avviata una sperimentazione agrivoltaica in questo stesso impianto che si trova nella zona “ex serre”, limitrofa alla centrale di proprietà Enel che già in passato è stata oggetto dei suddetti progetti innovativi in campo agricolo (agritermia).
Si tratta di un progetto dimostrativo innovativo, che rientra nella più ampia iniziativa nazionale di Enel Green Power denominata Agrivoltaico Open Labs, in collaborazione con aziende agricole dei territori ed il coinvolgimento di centri di ricerca, università e startup italiani, per cinque laboratori agrivoltaici sulla penisola – di cui due in Umbria a Colfiorito e a Bastardo – che si caratterizzano per un “altissimo livello di innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e produzioni agricole di eccellenza”.
Nel caso specifico di Bastardo, nell’ambito della sperimentazione, vengono coltivate piante aromatiche (rosmarino, timo e salvia), sia tra le fila dei moduli fotovoltaici bifacciali, sia in un’area marginale, libera dall’effetto dell’ombreggiamento dei moduli fotovoltaici (area di controllo), monitorandone le rese.
Non solo. Nel perimetro del sito rinnovabile sono stati creati habitat per impollinatori domestici e selvatici, mediante piantumazione di specie mellifere, quattro arnie, di cui una didattica, e l’installazione di una rete di sensori dedicata alla valutazione dello stato di salute degli impollinatori stessi.
Sono state avviate, inoltre, altre due sperimentazioni: una basata su soluzioni naturali per agricoltura rigenerativa e l’altra che studia l’effetto di un telo di pacciamatura innovativo sulle condizioni del suolo e su habitat locali ed ecosistemi.
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