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Cronaca

Perugia, la denuncia dopo il corteo del 25 aprile: "Aggredito perché avevo la bandiera dell'Ucraina"

Due referenti di Azione e la vittima raccontano l'episodio che si è verificato nella mattinata di venerdì

Gabriele Burini

27 Aprile 2025, 09:00

Perugia, la denuncia dopo il corteo del 25 aprile: "Aggredito perché avevo la bandiera dell'Ucraina"

Il corteo del 25 aprile a Perugia (foto Belfiore)

Aggredito durante il corteo del 25 aprile per aver esposto due bandiere dell’Ucraina. È questa la denuncia che arriva da Elisa Modarelli, vicesegretaria provinciale Azione Perugia, e Simone Tomassini, responsabile comunicazione Azione Perugia Under 30, all’indomani degli eventi per la Festa della Liberazione.

“Un cittadino, che sventolava pacificamente una bandiera dell’Ucraina è stato aggredito verbalmente e fisicamente da un individuo che, con violenza e disprezzo, lo ha insultato, spintonato e privato con la forza della bandiera che portava. Dopo aver spezzato l’asta che la sorreggeva, l’aggressore si è dato alla fuga. Poco dopo, altri individui si sono uniti nell’attacco verbale contro il manifestante - spiegano i due referenti di Azione Perugia - Nonostante la scena si sia svolta sotto gli occhi di numerosi partecipanti, nessuno è intervenuto in difesa della vittima. Ancora più grave è l’assenza di una reazione da parte delle forze politiche presenti che hanno assistito senza agire a un atto di evidente prevaricazione e violenza. Al contrario, alcuni presenti si sono limitati a filmare l’accaduto, contribuendo ad alimentare un clima di indifferenza e cinismo. Solo noi di Azione abbiamo avuto il coraggio e la responsabilità di intervenire. Ci siamo rivolti al signore aggredito, offrendogli conforto e solidarietà, per non lasciarlo solo davanti a quella che è stata una vera e propria aggressione politica. Chi ha agito con violenza ha tradito i valori stessi del 25 aprile. Azione condanna con fermezza ogni forma di violenza e denuncia con forza questo silenzio complice”.

Contattato dal Corriere dell’Umbria, la vittima Alessio Moretti spiega: “Ho 53 anni, sono teorico (filosofo e matematico) e professore a contratto di letteratura francese, fra l’altro studio sistematicamente (con conferenze e articoli) l’estrema destra teorica: cerco di sensibilizzare alla sua gravità e alla sua sottostimata, larga diffusione. Il 25 aprile sono arrivato alla commemorazione della Liberazione a Perugia e ho visto tante bandiere, nessuna dell’Ucraina. Allora ho tirato fuori dallo zaino la mia: mi è stata subito strappata da dei bulli (con bandiere rosse e palestinesi) che mi hanno parlato “a nome dell’organizzazione”. Ho resistito, verbalmente e fisicamente, invano: la bandiera mi è stata strappata di mano. Mi sono ripreso, scosso, ma determinato. Ho seguito il corteo e, rifiutando la violenza e la prevaricazione politica, ho tirato fuori una seconda bandiera ucraina. Ho provato ad attaccarla all’asta periscopica ed eccomi di nuovo accerchiato da bulli che mi hanno insultato, minacciato, e mi hanno spiegato che “l’Ucraina e Zelensky sono uno schifo” e che “se continui va a finire che qualcuno qui te le suona”. Ho resistito, li ho trattati da “antifascisti di pastafrolla”, cercando di sistemare la bandiera sull’asta. Niente da fare: me l’hanno strappata e mi hanno piegato l’asta in tante parti. Ho proseguito nel corteo cercando i vari bulli per identificarli e sfidarli in un dibattito pubblico, ma hanno glissato”. Moretti conclude spiegando che “relativamente poche persone hanno avuto il coraggio o la forza morale di venire ad esprimermi il loro sdegno per l’accaduto e il loro supporto morale. Le poche che lo hanno fatto, lo hanno fatto con un calore e una sincerità che sono bastate a rincuorarmi”.

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