Ambiente
Superati già dieci volte i limiti di Pm10 in Umbria
Il 2025 dell’Umbria riparte con una brutta aria. Nei primi 9 giorni di gennaio, le quattordici stazioni urbane dell’Arpa hanno rilevato ben dieci sforamenti di Pm10. Nello stesso periodo del 2024, non ce ne fu nessuno. Insomma, il nuovo anno non è cominciato con il piede giusto, anzi. La zona più colpita dal superamento dei limiti è stata quella del Ternano. La stazione a Borgo Rivo di Terni ha registrato uno sforamento, così come quella di Narni Scalo, mentre i limiti sono stati superati per ben due volte nelle stazioni di Carrara e Le Grazie, sempre a Terni. Limiti superati una volta anche nelle stazioni di Fontivegge a Perugia, Città di Castello, Magione e Foligno. Il picco è stato registrato nella stazione di Città di Castello quando il primo dell’anno è stato raggiunto il livello di 114. Nel Ternano, a Borgo Rivo si è toccata quota 113, a Le Grazie era 104 il primo gennaio e 57 il due; mentre a Carrara era 102 il primo e 51 il due. Sempre l’1 gennaio, a Fontivegge è stata raggiunta quota 92; 89 a Foligno; 75 a Magione e 59 a Narni Scalo.
Per l’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, il trend “rimane costante rispetto agli anni passati perché i fattori rimangono gli stessi. Le soluzioni poste in essere non sono sufficienti perché inadeguate e già denunciate più volte come opposizione. Noi vogliamo invertire il paradigma. Dal 2030 entreranno in vigore nuovi limiti che abbasseranno a 45 il limite di concentrazione giornaliera, ma soprattutto abbasseranno i limiti di sforamento nella media giornaliera a 18 e non più 35. Con queste nuove soglie ci ritroveremmo gran parte della Regione con un livello da procedura di infrazione. Il nostro obiettivo è quello di garantire non solo che la situazione non peggiori, ma che nei fatti si riesca ad essere pienamente in linea con quelli che saranno i nuovi limiti introdotti dall’Ue”. Con quali soluzioni? “Ripartiremo da una veloce fase di analisi della situazione che però permetta di tarare le misure su reali risposte intorno alle sorgenti inquinanti. Partiremo dalla conca ternana intervenendo su un monitoraggio ad alta definizione spaziale che garantisca di individuare le sorgenti emissive, o comunque la maggiore concentrazione, e dare delle risposte a livello georeferenziali”.
A tutto ciò, si aggiungono gli sforamenti registrati in tutto il 2024: dal primo gennaio al 31 dicembre erano aumentati in 9 stazioni urbane su 14, con il campanello d’allarme che era arrivato nella centrale di Terni - Le Grazie. Tant’è che proprio De Luca aveva spiegato come “il superamento della soglia di 35 sforamenti annui per il limite di concentrazione in atmosfera di Pm10 nella centralina urbana Le Grazie di Terni richiede l’immediata presa in carico di una revisione degli attuali strumenti in campo per la tutela della qualità dell’aria. Un superamento, rilevato nuovamente dopo quattro anni, che si accompagna a quelli costantemente registrati negli anni nella centralina industriale di Maratta nonché al superamento dei valori obiettivo per il nichel in quella di Prisciano. Lo scorporo delle rilevazioni attribuibili a fenomeni di carattere naturale, come le polveri sahariane, non cambia l'impatto che tale esposizione ha sulla salute pubblica. Fenomeni il cui manifestarsi, negli scenari tendenziali, rischia di essere sempre più frequente”. Sul tema sono intervenuti anche i frati del Sacro Convento di Assisi: “Buoni cristiani significa anche essere dei buoni ecologisti? Sì, penso proprio di sì”, ha detto a LaPresse padre Giulio Cesareo, responsabile della Comunicazione del Sacro Convento, in una riflessione dedicata all’attualità del Cantico delle Creature rispetto alla crisi climatica.
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