
Il prezzo del grano torna al costo che aveva prima della guerra in Ucraina. A dare questa conferma è la Borsa Merci della Camera di Commercio, guidata dal presidente Bruno Diano. In particolare, segnala la riduzione registrata nell'ultimo anno sul costo del grano tenero e duro: a maggio 2022 una tonnellata della prima tipologia costava 359.50 euro, mentre nel maggio appena trascorso (2023) si è registrato un costo di 227.50 euro. E' stata cosi registrata una flessione del 36.7%. Stessa cosa ha riguardato il grano duro, che un anno fa, nella provincia di Perugia, costava 491 euro, mentre oggi 307.50, con una riduzione del 37.4%.
Secondo il presidente "la riduzione dei prezzi al consumo dettata dalla flessione del prezzo del grano, dovrebbero iniziare a vedersi, sempre che questa riduzione non venga controbilanciata da aumenti all'interno della filiera che dal produttore porta al consumatore".
Salgono i timori, però, in vista del raccolto del 2023. Le parole di Bruno Diano: "Timori sul prossimo raccolto. Il frumento in Umbria viene coltivato su circa 80 mila ettari, di cui 50 mila di grano tenero e 30 mila grano duro, rappresentando di gran lunga la maggiore superficie seminata. Da qui ne seguono le preoccupazioni destate dalla campagna 2022/2023 di prossimo raccolto perché, a fronte dei forti aumenti dei costi di produzione, gasolio, semente, concimi, antiparassitari, non sappiamo se seguirà un analogo aumento dei prezzi dei prodotti". Per la Borsa Merci l'aumento dei costi è di circa il 30% in più rispetto allo scorso anno e l'unica nota positiva è rappresentata dalle "previsioni mediamente buone sulle produzione dell'Umbria".