
Dopo la sconfitta nella finale di Europa League contro il Siviglia, José Mourinho parla del suo futuro alla Roma. Questione di silenzi, abbracci e frasi gridate. E' assordante quello dei Friedkin che pubblicamente non si esprimono dopo la finale, che secondo molti tifosi è stata decisa da un arbitraggio pesantemente a favore degli spagnoli. Dall'altra parte quel "you are a fucking disgrace" che lo Special One ha urlato nel tunnel a Taylor, il fischietto del match di Budapest, senza che il designatore Rosetti riuscisse a fermarlo. In mezzo l'abbraccio di un gruppo unito come quello giallorosso che in due anni ha centrato due finali europee, vincendo quella di Conference League e portando ai rigori quella di Europa League. José ha abbracciato Dybala, che ha sbloccato il match e ha chiuso in lacrime in panchina. Poi ha preso per mano Bove, baby eroe contro il Leverkusen. Infine ha parlato alla squadra e si è preso gli applausi di quella che è diventata la sua gente. Ai microfoni dei media italiani è stato chiaro: "Lunedì vado in vacanza. Abbiamo tempo per parlare, altrimenti si vedrà al mio ritorno. Voglio rimanere però i giocatori meritano di più, anch'io merito di più, e voglio lottare per avere qualcosa in più. Sono stanco di essere allenatore, uomo di comunicazione, la faccia di quello che dice siamo stati rubati". La palla ora passa alla società che prima della fine del campionato dovrà eventualmente chiamare il tecnico portoghese. Ora lui vuole lottare per lo Scudetto e non essere più uomo solo.

Gabriele Ripandelli, classe 1999, perugino. Laureato in Comunicazione pubblicitaria all'Università Stranieri di Perugia, impegnato nella magistrale all'ateneo Roma 3. Da sempre appassionato di giorna...