
Anche l'Umbria ha il suo underdog. Si chiama Stefano Bandecchi ed è il nuovo sindaco di Terni. Sette mesi fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo di euro sulla possibilità che potesse indossare la fascia di primo cittadino della seconda città dell'Umbria. Invece è lui a stappare le bottiglie di champagne. E ha ben due motivi per festeggiare: il primo perché ha vinto il ballottaggio; il secondo perché nessuno può mettere in dubbio che la vittoria l'ha meritata. Certo è che la coalizione ufficiale del centrodestra che appoggiava il suo rivale, Orlando Masselli, gli ha dato una grossa mano. Non ricandidare il sindaco uscente Leonardo Latini, ora è evidente, è stato un grosso sbaglio. Ma ad aiutarlo sono stati anche il centrosinistra e i cinquestelle, che non sono stati capaci di individuare le figure giuste a mantenere il consenso (e pensare che alla vigilia erano pure convinti di poterlo accrescere). Bandecchi, invece - ed è qui il merito -, è stato abile a presentarsi come il candidato giusto al momento giusto capace di attirare, se non proprio la simpatia, i voti sia di quella fascia di scontenti della non ricandidatura di Latini, sia di quell'ampio parterre di elettori che centrosinistra e cinquestelle non erano più capaci di trattenere.
A tutto questo ha aggiunto promesse e proclami che sono andati a scuotere anche i cittadini lontani dalla politica, ma non tutti, vista la scarsa partecipazione che c'è stata sia al primo che al secondo turno. Oggi, quindi, si apre una nuova storia politica. Non solo per Terni. Sicuramente anche per l'Umbria. E, forse, chissà, anche per il resto del Paese. Il neo sindaco Bandecchi, infatti, ha già annunciato che presa Terni, vuole prendere l'Umbria. E perfino Roma. E lo ha fatto da coordinatore nazionale di quel partito che si chiama Alternativa Popolare. Questo partito, in verità, non è ancora così tanto popolare: né in Umbria, né nel resto d'Italia. Ma da oggi abbina il suo nome a un sindaco underdog vincente. E non va dimenticato che già un'altra underdog (come lei stessa si è definita), tale Giorgia Meloni, ha dimostrato che si possono raggiungere successi un tempo inimmaginabile. Con Bandecchi e con Alternativa Popolare, insomma, è probabile che in molti, presto, debbano farci i conti.
Sbaglia, infatti, chi analizza il risultato di Terni osservando che in una delle regioni un tempo più rosse d'Italia il centrodestra populista ha dimostrato di poter essere l'unico vero antagonista del centrodestra tradizionale. Il nuovo sindaco e il suo partito non sono da bollare velocemente e sottovalutare. Il primo ha già spiegato che non gradisce essere definito esponente del centrodestra; e il suo partito si presenta come forza moderata. Entrambi, quindi, si inseriscono con la capacità di andare a coprire un vuoto che fino a ieri era a Terni, ma presto potrebbe essere in Umbria e in tutto il Paese. Oggi c'è un centro in cerca di identità; c'è un centrodestra che, prima o poi, potrebbe fare autocritica; e c'è un centrosinistra che presto potrebbe rimanere solo di sinistra. E tutte queste forze si reggono su punti di equilibrio che, per varie ragioni, potrebbero cedere all'improvviso. Fiorello ha giocato goliardicamente sulle parole pronunciate da Bandecchi. Ma qualcuno, già dalle prossime elezioni regionali, che in Umbria sono attese nel 2024, potrebbe avere poco da ridere.
Sergio Casagrande
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Sergio Casagrande inizia l'attività giornalistica all'età di 14 anni, nel 1981, come collaboratore de Il Tempo e della Gazzetta di Foligno. E' stato il più giovane pubblicista (1985), il più giova...