
La morte è sulle nostre strade. Con questo titolo pubblicato oggi sul nostro quotidiano non vogliamo focalizzare la vostra attenzione solo sugli incidenti accaduti in queste ore, ma sul dato di fatto che emerge e si conferma in un periodo più lungo. L'Umbria torna a contare 4 giovani vite spezzate sulle sue strade in un solo giorno, esattamente come era già accaduto meno di sei mesi fa. E lo fa appena una settimana dopo che un altro schianto ha visto la morte di una ragazza di 21 anni. Ma in questi sei mesi gli incidenti stradali hanno causato molti altri lutti.
Il dato di fatto, quindi, è che sulle nostre strade si muore e si continua a morire. In Umbria, come nel resto d'Italia. E, spesso, le vittime sono giovani che viaggiano, come in questi ultimi casi, in auto. Possono esserci mille e mille ragioni per le quali un incidente accade, ma non c'è e non può esserci una ragione perché non si faccia tutto il possibile per evitare che accada. A volte un incidente può verificarsi anche se non ci sono colpe o imprudenze di qualcuno ed è per questo, quindi, che non si può lasciare che perduri una situazione del genere addebitandola solo al caso. Dobbiamo porci delle domande.
Il dato di fatto, quindi, è che sulle nostre strade si muore e si continua a morire. In Umbria, come nel resto d'Italia. E, spesso, le vittime sono giovani che viaggiano, come in questi ultimi casi, in auto. Possono esserci mille e mille ragioni per le quali un incidente accade, ma non c'è e non può esserci una ragione perché non si faccia tutto il possibile per evitare che accada. A volte un incidente può verificarsi anche se non ci sono colpe o imprudenze di qualcuno ed è per questo, quindi, che non si può lasciare che perduri una situazione del genere addebitandola solo al caso. Dobbiamo porci delle domande.
Siamo sicuri che finora sia stato fatto tutto il possibile per garantire la massima sicurezza sulle strade e la sicurezza di chi viaggia sui veicoli?
Siamo sicuri che i nostri giovani vengano preparati adeguatamente alla guida? E siamo sicuri che anche gli adulti lo siano?
Siamo, inoltre, sicuri che sia giovani che adulti siano pienamente coscienti dei grandi rischi che si possono correre quando si viaggia in un'auto anche non da guidatore? Siamo sicuri, poi, che i controlli sulle strade siano sufficienti? E siamo sicuri che il personale preposto a tali controlli sia sufficiente ed abbia mezzi adeguati? Siamo altrettanto sicuri che le nostre strade siano da considerare infrastrutture senza pericoli?
Siamo sicuri che i nostri giovani vengano preparati adeguatamente alla guida? E siamo sicuri che anche gli adulti lo siano?
Siamo, inoltre, sicuri che sia giovani che adulti siano pienamente coscienti dei grandi rischi che si possono correre quando si viaggia in un'auto anche non da guidatore? Siamo sicuri, poi, che i controlli sulle strade siano sufficienti? E siamo sicuri che il personale preposto a tali controlli sia sufficiente ed abbia mezzi adeguati? Siamo altrettanto sicuri che le nostre strade siano da considerare infrastrutture senza pericoli?
Bene, se ne siamo sicuri, una cosa è certa: ancora non basta. E c'è da fare molto di più. Perché i morti sono tanti, troppi. Oggi il pensiero va alle famiglie e agli amici di questi ragazzi, colpite da un dolore e da uno strazio immensi. Ma domani non dimentichiamo che queste tragedie, se proprio non si possono evitare, probabilmente si possono ridurre. Obiettivo zero incidenti è impossibile; obiettivo meno incidenti, forse, si può raggiungere, ma solo se c'è un impegno che deve vedere partecipi tutti.
Sergio Casagrande
sergio.casagrande@gruppocorriere.it
Twitter: @essecia

Sergio Casagrande inizia l'attività giornalistica all'età di 14 anni, nel 1981, come collaboratore de Il Tempo e della Gazzetta di Foligno. E' stato il più giovane pubblicista (1985), il più giova...