
Non è il tempo del battutismo sulle riforme. Né quello dell'arroccamento attorno ad un sostanziale status quo che non porta da nessuna parte. Nel suo rosso scintillante, Elly Schlein ha riproposto una sfilza di no alla presidente Meloni nel colloquio avuto sul tema del cambiamento costituzionale. Non ne vuole sapere, la segretaria del Pd, di dare ai cittadini lo scettro della decisione su chi governa. Lasciatelo fare ai partiti, manda a dire, senza porsi proprio il problema della scelta della leadership, sempre più diffusa nel mondo. E quella battutina nel mezzo della discussione tra presidenzialismo e premierato â?? "e perché no la monarchia illuminata?" â?? la dice lunga sull'inadeguatezza sostanziale della nuova leader del Pd. A che serve immiserire il dibattito su un tema di una rilevanza enorme? In pratica, Elly Schlein vuole che tutto rimanga com'è, fa professione di benaltrismo, dichiara che le priorità sono altre. Vecchia musica, perché intanto c'è stata una coalizione che ha vinto le elezioni proponendo il presidenzialismo al popolo italiano. E la disponibilità della Meloni a parlare di elezione di diretta del capo del governo anziché del capo dello Stato è un'offerta alle opposizione per decidere assieme il percorso riformatore. Ma se le battutine prendono il posto della discussione seria; e se il fronte del no stabilisce che è chi ha perso la elezioni a decidere del futuro dell'Italia, è evidente che vogliono sabotare tutto. La maggioranza, presto o tardi, sarà chiamata a scegliere se continuare a cercare la linea della condivisione oppure se a decidere da sola. Se si vuol fare qualche passo prima delle europee del 2024, è evidente che questa opposizione non muoverà un dito in favore della riforme. E quindi sarà un bene sbrigarsi a decidere la strada da seguire. Certo è che Schlein e soci non sembrano ancora aver capito qual è stato il messaggio popolare. Il cambiamento è una necessità.