
Per la sinistra saranno giorni tormentati quelli in cui dovrà scoprire le carte sulle riforme costituzionali. La spinta impressa da Giorgia Meloni con l'annuncio degli incontri di martedì con le forze di opposizioni è notevole. Al fianco della premier ci saranno i vice, Salvini e Tajani, e i ministri Casellati e Ciriani. L'opposizione andrà come di consueto divisa a Palazzo Chigi e solo dopo sapremo se il percorso potrà avere condivisione totale o parziale. O se la maggioranza dovrà fare da sola, con i suoi forti numeri parlamentari. Insomma, si troveranno, quelli della minoranza, di fronte al classico che volete. Presidenzialismo o premierato? La Schlein e Conte potranno assumersi la responsabilità di arroccarsi su un fronte del no che davvero blocca il Paese? Probabilmente, la stessa svolta che la presidente del Consiglio è disponibile a proporre con più forza è quella sul premierato. Anche perché non turba i sonni di Sergio Mattarella e della stessa opposizione.
Ma dovranno avere tutti il coraggio di decidere. Sapendo che sullo sfondo resta proprio l'arma dell'elezione diretta del presidente della Repubblica, che probabilmente sarebbe favorita anche in un referendum popolare su maggiori poteri di decisione al popolo italiano. Già immaginiamo i distinguo nei vari partiti, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Ma alla necessità di compiere il processo riformatore nessuno si deve azzardare più a dire di no. Ne va della credibilità dell'Italia, che solo dal settembre 2022 può finalmente contare su un governo stabile, grazie proprio al centrodestra di governo. Come del resto era accaduto negli esecutivi a guida Berlusconi e come non era mai successo con la sinistra persino in versione Prodi. Ã? in quel campo che ci sono le insidie e Meloni deve saperle evitare. Ma pare che la premier abbia imbeccato la strada giusta e martedì cominceremo a verificarlo.