
Al Colle è salito il presidente tunisino Saied e a sinistra non sanno che pesci prendere. Finché l'interlocuzione è stata con la premier Giorgia Meloni, giù accuse a non finire per il dialogo "con un dittatore". Ma adesso che è Sergio Mattarella a ricevere con tutti gli onori l'uomo di Tunisi, i mal di pancia si sprecano e non sanno come comportarsi col nostro presidente della Repubblica.
Anche perché il capo dello Stato ha tenuto a suggellare in maniera esplicita, con la forza delle parole, il valore del colloquio: "Questo nostro incontro è un'occasione per sottolineare l'amicizia che intercorre tra i nostri popoli, tra i nostri Paesi. Vorrei sottolineare le riflessioni che abbiamo fatto insieme due anni fa e sottolineare ancora una volta come l'Italia sia al fianco delle Tunisia nelle sfide importanti che vi sono e ribadire la nostra volontà di collaborare sempre più intensamente".
Di più, a Kais Saied Mattarella ha fatto anche un preciso riferimento sul governo del nostro Paese: "Lei in questi giorni ha incontrato più volte il presidente del Consiglio italiano e conosce bene posizioni e iniziative dell'Italia". L'auspicio è che non se ne sia accorto il direttore della Stampa, ad esempio. Massimo Giannini potrebbe aversene a male.
Il quotidiano torinese è stato capofila del gruppo Gedi ? da Repubblica in giù ? nel tentativo di contrastare qualunque intesa con Tunisi tesa a bloccare l'immigrazione irregolare. L'archivio è pieno di frasi fatte sparate contro questo tipo di politica estera dell'Italia e, possiamo dirlo, dell'Europa. "Ecco con chi abbiamo a che fare ? si riassumeva il 7 giugno scorso - Bavaglio alla stampa, giudici depotenziati, Saied scrive il manuale dei regimi autoritari".
Per imputare tutto alla Meloni. Che deve fare "solo" gli interessi dell'Italia e non inseguire Giannini e la sua corte. Certo che c'è un problema democratico da quelle parti, ma la speranza è riuscire a creare sviluppo per cancellare la povertà. Non capirlo è pazzesco.