
Per qualcuno sarà anche normale, ma è difficile davvero abituarcisi. Perché in Italia accade anche che la difesa di un criminale arrivato dall'Africa possa sollecitare clemenza per "traumi migratori" e un giudice gli dia retta. È una storia successa a Milano, ma potrebbe verificarsi in ogni parte d'Italia. Quante volte, proprio dalla stazione centrale del capoluogo lombardo, abbia letto cronache delinquenziali? Ora è capitato che un clandestino egiziano armati di coltello abbia rapinato e ferito un passante assieme ad un altro della cricca. Preso dalle forze dell'ordine, ci ha pensato il magistrato a tentare di fargliela fare franca. Perché quel che si pensava impossibile, è avvenuto: il viaggio in mare verso Lampedusa, poi un centro d'accoglienza in Liguria e infine l'arrivo a Milano. Poi il solito cammino dei clandestini, che sbarcano il lunario con episodi di criminalità. Compresa la rapina in stazione. Sulla sua strada un giudice che ha disposto per lui una perizia psichiatrica per "trauma migratorio". Roba da non credere, e chiedere di rispolverare i test psichiatrici per qualche toga. La speranza è che la notizia raggiunga il ministro Nordio per ottenere magari una verifica sui motivi che portano un magistrato arrivare a chiedere addirittura una perizia per il trauma migratorio. La nostra domanda è: ma dove si vuole arrivare? Soprattutto ora che sta drammaticamente aumentando il flusso di clandestini in arrivo in Italia, occorre stringere le maglie in materia giudiziaria: non possiamo permetterci città allo sbando e ostaggio della delinquenza. Non basta quella nostra, c'è pure quella d'importazione. E se ci si mettono pure i magistrati a tirare fuori motivazioni incredibili per non far stare in carcere quelli che commettono reati di una certa gravità, siamo davvero oltre ogni limite di sopportazione. Già la gente è sempre più esasperata, figuriamoci se poi si deve persino assistere a tanto lassismo.