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Ancora scontrini fasulli dal Senato. L'antipolitica senza memoria

Gianmarco Centinaio Gianmarco Centinaio

Anche i senatori si arrabbiano. E questa volta è toccato al vicepresidente, Gianmarco Centinaio (Lega), che è sbottato di fronte all'ennesima riproposizione dello scontrino fake. Già, perché c'è chi insiste nella volontà di denigrare l'istituzione e chi la frequenta per dare addosso ai privilegi inesistenti. E ancora oggi, a dodici anni di distanza, fa triste mostra di sé sui social una "ricevuta" come se fosse attuale. È l'antipolitica senza memoria. Centinaio l'ha riprodotta sottolineando da quanti anni si posta sulla rete la stessa robaccia. Scrive giustamente su facebook il parlamentare leghista: "Orde di fenomeni da baraccone continuano a postare questo scontrino con lo scopo di far passare la politica per i soliti magna magna che non pagano niente. Quindi: 1) vi invito, prima di mettere dei like o dei commenti ad informarvi. Basta andare su google e scrivere: "scontrino senato" e vi usciranno decine di siti che ci spiegheranno di cosa si tratta: https://www.open.online/.../06/30/scontrino-mensa-senato-fc/ 2) lo scontrino è del 2011 e si tratta della mensa dei DIPENDENTI e non dei Senatori?. Stiamo parlando di uno scontrino di 12 anni fa!!!! Che gira su internet da anni! 3) a voi che continuate a postare questo scontrino facendolo passare per una notizia... Siete patetici perché questa fake è vecchia". Poi c'è il resto, che spiega anche perché i dipendenti hanno un prezzo più basso rispetto ad un ristorante. Succede pure nelle mense aziendali, a seguito di accordi sindacali. Ma c'è chi gioca ancora oggi all'antipolitica dimenticando i danni fatti dai rivoluzionari che poi cercano sistemazioni e retribuzioni anche a mandato finito. Ma questa è l'Italia rovinata dagli hater, caro senatore Centinaio, e non si faccia il sangue amaro per gli inseguitori di notizie fasulle. Ci saranno sempre a basterà rispondere con serenità, come ha fatto lei anche se con un po' di rabbia addosso. Sembra quasi una colpa servire le istituzioni.