
Saranno scintille sulla giustizia o voleranno le colombe? Nei palazzi della politica ci si interroga sulla riforma da portare avanti. Nordio, ministro guardasigilli, non ha ovviamente dubbi e a sorpresa anche Matteo Renzi si dice pronto a fare la sua parte per cambiare davvero. Prima di tutto l'intervista che Carlo Nordio ha rilasciato a Hoara Borselli per Libero. La sostanza è che nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: 'Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo". La fermezza del ministro è evidente. Anzitutto perché più di altri conosce la materia e poi perché afferma che "la colpa di non aver mai condotto a termine una riforma profonda dell'ordinamento giudiziario non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, o di ordine politico.
La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura". Accanto alle parole di Nordio vanno lette quelle di Matteo Renzi che, pur se formalmente all'opposizione, manda un segnale chiaro: "Ho accolto una bella idea di Enrico Costa e grazie alla disponibilità di Ivan Scalfarotto e Lella Paita abbiamo deciso che nelle discussioni sulla riforma Nordio seguirò personalmente dalla Commissione Giustizia il Ddl Nordio e con Enrico Costa abbiamo deciso che lavoreremo gomito a gomito presentando emendamenti insieme e giocando di sponda, lui alla Camera, io al Senato" Ora occorre solo capire se si riuscirà ad andare avanti senza troppi scontri. Se la linea è quella di un autonomia della politica nel lavorare al cambiamento in tema di giustizia, certo non si potrà sottovalutare il ruolo del Capo dello Stato che per Costituzione è anche il presidente del Csm. Insomma, se ne vedranno delle belle.