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Provenzano (Pd) fa il bis di Saviano e Salvini manda lui in tribunale

Giuseppe Provenzano Giuseppe Provenzano

Dai e dai, alla fine si sbotta e a pensarci sarà il magistrato che se ne occuperà. Perché Matteo Salvini ora si è un po' stancato degli insulti di una sinistra ancora incattivita dalla sconfitta elettorale di settembre 2022 e ha deciso di chiamare il giudice a decidere se tutto questo è consentito. Da una parte, l'inizio ? anzi il nuovo inizio perché non la smette mai ? di Roberto Saviano, col suo "ministro della malavita" oggettivamente difficile da mandare giù. E sullo scrittore campano c'è già chi dovrà occuparsene sotto il profilo del rispetto della legge. Ma se ci si mette anche la nomenclatura rossa, allora la partita diventa davvero durissima. E siccome ad accendere una nuova miccia è l'esponente dem Giuseppe Provenzano, il ministro delle infrastrutture non ha mandato giù l'offesa e lo ha querelato.
Perché si sta esagerando davvero. "Dopo essermi preso del 'Ministro della Mala Vita', da sinistra insistono con dichiarazioni deliranti: 'Salvini mandante', 'da Salvini segnali molto preoccupanti sul fronte della lotta alla mafia'... Ma come si permette questo 'signore'?! Vergogna. Querela subito, e poi vediamo se ci riprovano". Il vicepremier ha annunciato così, su twitter la sua decisione contro Provenzano, autore di frasi molto pesanti: "Ci sono segnali preoccupanti che arrivano da Salvini sulla lotta alla mafia: l'attacco a Don Ciotti, la riforma del codice degli appalti... È lui il mandante politico del caso Saviano". Come se "il caso Saviano" fosse un delitto di mafia e si pretendesse di poter parlare impunemente di "mandante".
Ovvia, potremmo dire, la querela per far comprendere che si è oltrepassato ogni limite. Anche se va detto che Provenzano insiste con un atteggiamento che agli avvocati del leader leghista potrà apparire ulteriormente offensivo e minaccioso, rivolgendosi ancora al ministro: "Se avesse, non dico il coraggio, ma il senso delle istituzioni di venire in Parlamento a discutere di lotta alla mafia, le potrei elencare ad una ad una tutte le ragioni. Pronto a farlo anche in Tribunale, comunque, Ministro. E si ricordi che governa, non comanda." Come se fosse proprio Provenzano il depositario della guerra alle cosche.