
Finite le passerelle politiche, per gli operai di Crevalcore forse si apre una prospettiva più rosea. Perché la mediazione del ministro Adolfo Urso potrebbe essere utile a trovare una soluzione rispetto al rischio licenziamenti. "C'è un futuro per Crevalcore", ha detto proprio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, dopo un summit sul tema. Intanto c'è da dire che si è ottenuta la sospensione della chiusura della fabbrica: oltre duecento lavoratori possono sperare ancora. Il futuro green non si trasforma ancora in una mazzata occupazionale per ciascuno di loro. Ovviamente, molto dipenderà dagli esiti della ricerca di un proprietario nuovo per l'azienda.
E' la crisi dell'automotive a compromettere il futuro aziendale, ma qualche segnale positivo comincia ad emergere. E i sindacati credono che il peggio sia alle spalle. Per tutti, il vertice che si è tenuto a Roma ha rappresentato infatti un passo avanti. Gli operai non sono stati lasciati soli. E' indubbio che a pesare è la scadenza del 2035 per l'elettrico, giudicata da molti deleteria. Il tema, ora, è come riconvertire le politiche aziendali e Crevalcore ne è solo un esempio. Di qui a quella data molti altri potrebbero essere i siti industriali compromessi. Si sono trascurate le componenti per le quali l'Italia è avvantaggiata e si è privilegiato ? ahinoi ? il made in Cina?
Comunque, va registrato positivamente l'atteggiamento dei vertici aziendali. Magneti Marelli ha accolto quanto proposto da Urso per consentire l'avvio di un confronto serrato, con tutti gli attori del tavolo, verso una piena reindustrializzazione del sito di Crevalcore. Certo, occorrerà offrire garanzie vere ai lavoratori per farli uscire dal tunnel di una crisi che sembrava ineluttabile fino a poche ore prima; ma bisogna saper cogliere l'opportunità offerta dalla sospensione delle procedure di chiusura. Il fatto che sia stata accolta la proposta ministeriale può essere d'aiuto anche nella ricerca di nuovi interlocutori.