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Moschee abusive, ecco l'esempio Monfalcone

Anna Maria Cisint Anna Maria Cisint

Per fortuna che c'è ancora chi pretende il rispetto delle leggi. A Monfalcone c'è un sindaco, Anna Maria Cisint, che non ha paura delle minacce islamiche e va avanti con la chiusura delle moschee abusive.
Ce ne sono troppe e ciascuno deve fare la sua parte.
Per ora l'amministrazione ha individuato un negozio e un locale che originariamente dovevano essere destinati ad uffici e che invece da anni venivano come luoghi di culto.
Siccome le proteste dei residenti nelle zone dove le moschee erano localizzate sono aumentate, la sindaca ha spedito i vigili urbani del Comune a fare accertamenti, documentati con video e filmati.
E così sono state emesse le due ordinanze. Dice la Cisint: "I margini di tolleranza degli atteggiamenti illegittimi o illegali sono finiti". Scandisce con Libero.
E quindi non sarà più possibile - si legge nelle due ordinanze notificate - "utilizzare i locali precedentemente locati come negozio e ad uso ufficio come luoghi di culto".
L'esponente leghista è da mesi che combatte contro gli utilizzi impropri. Non solo perché "ci sono leggi che valgono per tutti e non capisco perché per alcuni si debba chiudere un occhio". Il sindaco Cisint deve persino fare i conti con una comunità immigrata importante. Un terzo della popolazione è ormai di origine straniera. Ma c'è la parte musulmana che non vuole e non intende proprio integrarsi.