
Il Parlamento si deve muovere contro la violenza nelle scuole. Troppe aggressioni che denotano assenza di rispetto verso i docenti. E poi sempre più bullismo. E ancora i genitori picchiatori. Si può capire che accade a scuola e soprattutto che cosa deve succedere per ritrovare calma? L'ultimo episodio della serie è capitato a Bari, dove un docente è stato aggredito a colpi di pistola ad aria compressa. Uno spavento enorme, grande dignità dell'insegnante, ma non ci siamo. E per questo è più che necessaria la proposta di legge presentata dal deputato leghista Rossano Sasso - ex sottosegretario all'istruzione - per inasprire le pene contro chi commette violenze negli istituti della formazione didattica dei nostri ragazzi. Già lunedì 18 settembre il consiglio dei Ministri ha varato la riforma del voto in condotta disegnata dal ministro Valditara; ma ora viene discusso a Montecitorio e probabilmente sarà approvato il progetto di legge in questione, che è coerente con quanto passato in sede governativa. Ciò che ha deciso il consiglio dei ministri prevede che il Ddl sulle sospensioni a scuola modificherà la riforma Fedeli del 2017: la valutazione della condotta dovrà essere espressa in decimi e farà media, incidendo anche sull'ammissione alla maturità. Con il 6 in condotta lo studente dovrà colmare con una verifica a settembre il debito in educazione civica, mentre con il 5 scatta l'eventuale bocciatura. C'è necessità di intervento legislativo anche per i numeri: da settembre 2022 a maggio 2023 gli episodi di violenza sono stati 5 al mese, in quasi la metà dei casi erano coinvolti i genitori. Che è la cosa più inaccettabile, come "modello" di educazione rivolto ai nostri ragazzi. Anche perché un tempo se a scuola prendevamo un brutto voto erano guai tra le mura di casa casa. Ora il brutto voto è causa della vendetta del genitori contro i professori?