
Violenza rossa, nulla da dichiarare. E nemmeno da pubblicare. A questo punto saranno in pochi a sapere dell'assalto di mercoledì alla regione Lazio, presso la sede della giunta regionale. Un nutrito gruppo di scalmanati, appartenenti ai cosiddetti movimenti per la casa, si è intrufolato alla regione in via Cristoforo Colombo e l'ha occupata. Vandalismo alla stato pure e un bel po' di paura per diversi dipendenti regionali che li ci stanno per lavorare senza dover subire minacce. Un'azione proditoria, che non a caso il presidente Rocca, che invece era alla Pisana per la riunione del consiglio regionale, ha definito simile all'assedio alla Cgil di diverso tempo fa. La sinistra si è pure offesa, anziché condannare un assalto all'istituzione regionale, come se fosse una cosa normale. Immediata la reazione dei giornaloni. Allineati in maniera assoluta ai compagni di bottega. Il Corriere della Sera se l'è cavata con venti righe in cronaca di Roma, Repubblica e La Stampa neppure una parola. Ed è qualcosa di davvero incredibile. A parte il fatto che nel palazzo regionale poteva succedere qualcosa di grosso ? un addetto del servizio di vigilanza è stato ferito in maniera abbastanza violenta dagli occupanti ? sembra che non debba essere considerata nemmeno notizia una cosa di questo genere. Proviamo ad immaginare se fosse accaduto tutto in Campidoglio, quante paginate avremmo dovuto leggere per asciugare le lacrime del sindaco della Capitale? In pratica, si è sancito che la regione Lazio vale meno del sindacato rosso. E quasi quasi peccato che sia intervenuta la polizia per sgomberare l'edificio dai facinorosi. Quel che più sconcerta è però proprio il silenzio di tomba dei partiti della sinistra, pronti a condannare la violenza solo quando serve a loro. È un atteggiamento tipico degli ipocriti in servizio permanente effettivo, che una democrazia seria dovrebbe rifiutare. E invece tacciono.