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Violenza sulle donne, il 25 novembre la giornata mondiale. Data da ricordare per cambiare la società

violenza sulle donne

Uno schiaffo, una parola di troppo, uno sguardo minaccioso. La violenza non ha bisogno di voce, poiché anche nel silenzio più assordante trova il modo di arrivare. E quando arriva bisogna sperare che non lo faccia nel peggiore dei modi. Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una data che ogni anno segna un numero drammatico di vittime.
E' il caso di Giuilia Donato, Rossella Maggi, Barbara Capovani, Giulia Tramontano, Michelle Maria Causo, Francesca Romeo, Giulia Cecchettin e tante altre, la cui vita e sogni sono stati spezzati per mano di uomini. Ma non è finita qui, perché alla lunga lista delle 83 donne uccise nel 2023 si aggiungono quelle che subiscono violenze ogni giorno all'interno delle mura di casa e che per paura, si nascondono nel silenzio.
L'Italia si macchia di rosso. I femminicidi non diminuiscono e i maschi (di ogni età) cadono sempre più nel baratro della violenza. Ad ogni uccisione si diffonde la speranza del "questa è la volta giusta per cambiare le cose" ma puntualmente si ritorna in quel tunnel di paura. La folla grida ad una rivoluzione culturale, ma arriverà mai? A pochi giorni dal ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, sui social circolano post di ogni tipo. In particolare, la frase "Proteggete le vostre figlie" sbarrata di rosso e coperta da un'altra che recita: "Educate i vostri figli". E ancora: "Giulia è morta, ma noi lo sapevamo già". E' questa l'opinione che si diffonde ogni volta, la consapevolezza che l'ultimo appuntamento sia quello fatale. La convinzione che non possa esserci la conclusione di un rapporto con un abbraccio ma, piuttosto, a colpi di coltello.
A dare un'immagine nitida di questo fenomeno è Paola Cortellesi, con il suo nuovo film che ha raggiunto il boom di incassi al cinema. C'è ancora domani, questo il titolo, parla di Delia, una donna intrappolata nelle grinfie di un uomo violento, che abusa di alcol e che quando le sue giornate non vanno come dovrebbero, sfoga la rabbia e i suoi fallimenti sulla moglie. A far aprire gli occhi alla madre è la figlia Marcella, che vive in prima persona le violenze - ancora verbali - a cui è costretta anche Delia. Da lì l'emancipazione, non solo in quanto donna nella società ma anche in quanto Donna nella propria casa, che dà voce ai propri pensieri.
Anche la moda si schiera al fianco delle donne: un esempio è Calzedonia, che ha instaurato - ormai da qualche anno - una partnership con la Polizia di Stato. Infatti, a partire da lunedì 20 novembre il negozio distribuirà una shopper con su scritto "Questo non è amore". L'obiettivo è raggiungere un numero sempre più ampio di donne attraverso un linguaggio iconografico, chiaro ed immediato - cita il comunicato stampa sul sito delle forze dell'ordine - contribuendo a coinvolgere l'opinione pubblica sul fenomeno, stimolando un cambiamento.
Ma per arrivare alla rivoluzione sono ancora tanti i passi in avanti che la società italiana deve fare. Continuiamo a pensare che un altro nome sulla lista possa fare la differenza, ma in realtà non è così. A cambiare le cose siamo solo e soltanto noi.

Classe '97, perugina doc. Dopo il liceo di Scienze Umane, la laurea triennale in Scienze Politiche, poi la magistrale in Scienze della Comunicazione. Dopo il master Social media management a Milano, ...