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Sanità, rivoluzione degli ospedali in Umbria tra accorpamenti e tagli. Il piano della Regione

Luca Coletto Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Umbria

La sanità in Umbria così come è disegnata non va bene. E non bastano piccoli ritocchi per farla migliore. Va ridipinto il quadro. Così la giunta regionale, superata la pandemia, prova a dare il via alla rivoluzione degli ospedali e dei presìdi assistenziali. Il piano di efficientamento, approvato lo scorso 13 settembre, è l'atto che riformula la rete. Sono anni che Palazzo Donini ci prova e i risultati stentano ad arrivare. Va detto. Ma restiamo alla cronaca. Gli ospedali di Perugia e Terni restano dipartimenti di emergenza e urgenza di rango superiore, (II livello), che dovrebbero avere circa 1.400 posti letto totali. Gli ospedali di Città di Castello, di Gubbio-Gualdo Tadino e di Foligno, Spoleto e Orvieto sono individuati come Dea di primo livello con allineamento dei posti letto agli standard del decreto 70 del 2015, "al fine di determinare l'aumento della produttività con incremento della mobilità attiva anche extra regionale". Viene confermata, nonostante il niet di Spoleto, la realizzazione del terzo polo ospedaliero con "accorpamento dell'ospedale di Foligno con l'ospedale di Spoleto", prevedendo "l'unificazione del presidio ospedaliero di Foligno-Trevi con il presidio ospedaliero di Spoleto-Norcia-Cascia".
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Alessandro Antonini, 47 anni, giornalista professionista, è redattore del Corriere dellâ??Umbria dal 2003 e si occupa di politica, cronaca nera e giudiziaria. Ma non disdegna economia, sindacale, (m...