
"La mia moto? Non la venderei per niente al mondo. Mi dà gioia e una grande sensazione di libertà, soprattutto rappresenta per me un legame forte con la famiglia, in particolare con mio padre perché era la sua". Francesca Salemmi, lady Scrambler per tutti, ha 30 anni e da 12 è entrata nel club che raduna gli appassionati della storica Ducati. E' stata la prima donna in Umbria.
- Francesca, come ti sei avvicinata al mondo delle moto d'epoca?
La Ducati Scrambler che guido era di mio padre. Gliela regalò lo zio quando aveva compiuto 18 anni, nel 1974. Papà non era un grandissimo appassionato ma non se ne separava mai, era il suo mezzo di trasporto. Poi, quando ha messo su famiglia, la moto è finita nel garage. Molto raramente la tirava fuori quando noi eravamo ancora bambine per portarci a fare piccoli giri intorno casa, sempre con il sorriso in bocca. Poi la moto finì completamente nel dimenticatoio, in un angolo del garage. Finché non ho compiuto 18 anni, l'ho rivista e ho deciso che sarebbe stata mia. Ho preso prima la patente di guida per l'automobile, poi - l'anno successivo - quella per la moto.
- Ed è cominciata l'avventura?
Sì. Un giorno incontrai per caso Antonio Braganti, presidente del Moto Club Scrambler dell'Umbria. Era insieme ad altri soci del club e cominciammo a chiacchierare. Mi ritrovavo molto nelle sensazioni che descrivevano ed entrai anche io a far parte del sodalizio. Ero la prima donna in Umbria, da qui il titolo di Lady Scrambler. E credo sia stata anche la più giovane componente del club. Adesso le cose sono cambiate, le donne sono più numerose. Anche mia sorella Carolina, che ha 24 anni, è una di noi.
- Che significa per una ragazza far parte di un club prevalentemente maschile?
In realtà è una bella sensazione, vengo trattata come una regina, avere intorno tanti appassionati di moto, soprattutto con grandi competenze anche dal punto di vista meccanico, mi ha sempre dato molta sicurezza. E' capitato più volte di dover chiedere aiuto per un guasto visto che io non ne capisco niente di motori. Sono stata quasi adottata dal club, ero la loro mascotte, mi invitavano a tutte le uscite. Adesso ho dovuto rallentare un po' per altri impegni.
- Il viaggio più lungo che avete fatto?
Il Moto Club Scrambler organizza ogni anno il tour dell'Umbria, un'uscita di due-tre giorni, molto suggestiva che ti permette di scoprire angoli della regione di cui non tutti conoscono l'esistenza. Vengono anche molto appassionati da altri territori, è un momento di condivisione e socializzazione importante. Il mio viaggio più lungo forse è stato a Firenze, poi un'altra volta siamo arrivati a Leonessa. Più lontano non sono mai andata anche se mi piacerebbe molto un giorno arrivare al mare.
- Cosa ti piace di più del viaggiare in sella a una Ducati Scrambler?
La sensazione di libertà che mi trasmette, un po' come quando vado a cavallo. Mi piace guidare e godermi il panorama che mi circonda, il verde che ho intorno, pare quasi di essere in sintonia con la natura. Spesso giro con mia sorella o con la mia amica del cuore, è una sensazione bellissima. Poi ci sono anche gli imprevisti: una volta siamo partiti ed è iniziato a piovere forte, non sapevamo se fermarci o andare avanti. Ci siamo completamente inzuppati, ma è stato anche questo piacevole. Un'altra volta, ero uscita da sola, a Cortona la moto si è fermata e non sapevo più cosa fare per farla ripartire. Ho dovuto chiamare Marco, il mio fidanzato, per farmi aiutare.
- Al di là della moto, chi è Francesca Salemmi?
Sono un'insegnante di spagnolo, non ancora di ruolo. Adoro viaggiare, mi piace così tanto che non torno da un viaggio se non ne ho già organizzato un altro. Ho ricordi bellissimi del Brasile dove sono stata due volte per raggiungere degli amici che erano lì. E del Venezuela dove sono stata, per un mese, a fare un'esperienza di volontariato tra i bambini. E' stata un'esperienza molto forte. Sono molto impegnata nel sociale, iscritta all'Avis come donatrice, un'altra cosa che ho ereditato da papà.
- Fidanzata, impegnata nel sociale, amante della famiglia; nonostante la passione per la moto non sei quello che si definisce un maschiaccio?
Sì che lo sono. A Babbo Natale, all'età di 4 anni, ho chiesto un trattore. Mia mamma da bambina mi ha iscritto a ginnastica ritmica e ho frequentato i corsi per 17 anni ma, appena ho potuto decidere io, ho smesso e mi sono data alla boxe. Adoro gli sport estremi, dal paracadutismo al bungee jumping. Mi trasmettono la stessa adrenalina di un viaggio in moto. Una sensazione incredibile.
- Francesca, come ti sei avvicinata al mondo delle moto d'epoca?
La Ducati Scrambler che guido era di mio padre. Gliela regalò lo zio quando aveva compiuto 18 anni, nel 1974. Papà non era un grandissimo appassionato ma non se ne separava mai, era il suo mezzo di trasporto. Poi, quando ha messo su famiglia, la moto è finita nel garage. Molto raramente la tirava fuori quando noi eravamo ancora bambine per portarci a fare piccoli giri intorno casa, sempre con il sorriso in bocca. Poi la moto finì completamente nel dimenticatoio, in un angolo del garage. Finché non ho compiuto 18 anni, l'ho rivista e ho deciso che sarebbe stata mia. Ho preso prima la patente di guida per l'automobile, poi - l'anno successivo - quella per la moto.
- Ed è cominciata l'avventura?
Sì. Un giorno incontrai per caso Antonio Braganti, presidente del Moto Club Scrambler dell'Umbria. Era insieme ad altri soci del club e cominciammo a chiacchierare. Mi ritrovavo molto nelle sensazioni che descrivevano ed entrai anche io a far parte del sodalizio. Ero la prima donna in Umbria, da qui il titolo di Lady Scrambler. E credo sia stata anche la più giovane componente del club. Adesso le cose sono cambiate, le donne sono più numerose. Anche mia sorella Carolina, che ha 24 anni, è una di noi.
- Che significa per una ragazza far parte di un club prevalentemente maschile?
In realtà è una bella sensazione, vengo trattata come una regina, avere intorno tanti appassionati di moto, soprattutto con grandi competenze anche dal punto di vista meccanico, mi ha sempre dato molta sicurezza. E' capitato più volte di dover chiedere aiuto per un guasto visto che io non ne capisco niente di motori. Sono stata quasi adottata dal club, ero la loro mascotte, mi invitavano a tutte le uscite. Adesso ho dovuto rallentare un po' per altri impegni.
- Il viaggio più lungo che avete fatto?
Il Moto Club Scrambler organizza ogni anno il tour dell'Umbria, un'uscita di due-tre giorni, molto suggestiva che ti permette di scoprire angoli della regione di cui non tutti conoscono l'esistenza. Vengono anche molto appassionati da altri territori, è un momento di condivisione e socializzazione importante. Il mio viaggio più lungo forse è stato a Firenze, poi un'altra volta siamo arrivati a Leonessa. Più lontano non sono mai andata anche se mi piacerebbe molto un giorno arrivare al mare.
- Cosa ti piace di più del viaggiare in sella a una Ducati Scrambler?
La sensazione di libertà che mi trasmette, un po' come quando vado a cavallo. Mi piace guidare e godermi il panorama che mi circonda, il verde che ho intorno, pare quasi di essere in sintonia con la natura. Spesso giro con mia sorella o con la mia amica del cuore, è una sensazione bellissima. Poi ci sono anche gli imprevisti: una volta siamo partiti ed è iniziato a piovere forte, non sapevamo se fermarci o andare avanti. Ci siamo completamente inzuppati, ma è stato anche questo piacevole. Un'altra volta, ero uscita da sola, a Cortona la moto si è fermata e non sapevo più cosa fare per farla ripartire. Ho dovuto chiamare Marco, il mio fidanzato, per farmi aiutare.
- Al di là della moto, chi è Francesca Salemmi?
Sono un'insegnante di spagnolo, non ancora di ruolo. Adoro viaggiare, mi piace così tanto che non torno da un viaggio se non ne ho già organizzato un altro. Ho ricordi bellissimi del Brasile dove sono stata due volte per raggiungere degli amici che erano lì. E del Venezuela dove sono stata, per un mese, a fare un'esperienza di volontariato tra i bambini. E' stata un'esperienza molto forte. Sono molto impegnata nel sociale, iscritta all'Avis come donatrice, un'altra cosa che ho ereditato da papà.
- Fidanzata, impegnata nel sociale, amante della famiglia; nonostante la passione per la moto non sei quello che si definisce un maschiaccio?
Sì che lo sono. A Babbo Natale, all'età di 4 anni, ho chiesto un trattore. Mia mamma da bambina mi ha iscritto a ginnastica ritmica e ho frequentato i corsi per 17 anni ma, appena ho potuto decidere io, ho smesso e mi sono data alla boxe. Adoro gli sport estremi, dal paracadutismo al bungee jumping. Mi trasmettono la stessa adrenalina di un viaggio in moto. Una sensazione incredibile.

Catia Turrioni, segno zodiacale Toro, redattore del settore cronaca nella redazione centrale del Gruppo Corriere. Ha iniziato come collaboratrice della redazione di Foligno del Corriere dell'Umbria, i...