L'Umbria è la regione con la maggiore incidenza di morti sul lavoro relativamente agli occupati. Preoccupante il dato che emerge dal report dell'osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering nel primo semestre del 2023. Il Cuore Verde si colora di rosso con un'incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale, così come Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. In particolare nella regione sono 11 le morti sul lavoro da gennaio a giugno 2023 su un totale di352.298 occupati annuali e un indice di incidenza, pari a 15 morti ogni milione di lavoratori, di 31,2. Non sorridono nemmeno i dati delle due provincie prese singolarmente: su 87 posizioni Perugia si colloca al tredicesimo posto (incidenza di 33,4 con 9 casi su 269341) e Terni al ventunesimo (24,1 con 2 su 82957).

Nel Paese sono state 450 le vittime nei primi sei mesi, di cui 346 in occasione di lavoro e 104 in itinere. Maglia nera alla Lombardia con 64 morti, seguita da Lazio (33), Veneto (32), Campania (29), Piemonte (27), Emilia-Romagna (26), Sicilia (22), Puglia (19), Toscana (14), Abruzzo (13), Friuli-Venezia Giulia e Umbria (11), Trentino-Alto Adige (10), Marche e Calabria (9), Liguria (8), Sardegna (6), Basilicata (2) e Valle d'Aosta (1). Il settore più colpito è quello dei trasporti e magazzinaggio con 50 decessi sul lavoro. A seguire troviamo costruzioni (39), attività manifatturiere (37), commercio (27). La fascia d'età nella quale si registrano più morti è quella tra i 55 e i 64 anni, della quale facevano parte 127 sul totale di 346. A preoccupare anche il rischio di morte tra i giovanissimi: quasi il doppio tra i 15 e i 24 anni (14) rispetto a tra i 25 e i 34 (7,8). Le donne che hanno perso la vita sul lavoro sono 34, gli stranieri 79. Il giorno della settimana più luttuoso è il lunedì.