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Umbria, i dipendenti rilevano le aziende e salvano posti di lavoro

Le cooperative salvano posti di lavoro Sono 386 i posti di lavoro salvati da cooperative di ex dipendenti

Le piccole aziende artigiane in crisi salvate dagli stessi operai che le hanno rilevate trasformandole in cooperative. "In Umbria - spiega Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop produzione e servizi ? abbiamo accompagnato negli anni numerose imprese in crisi o che avevano difficoltà nella successione familiare dell'azienda. 386 posti di lavoro sono stati salvati da cooperative associate a Legacoop, che hanno scelto la formula del Wbo per salvaguardare competenze e know-how". Il Wbo, appunto, è un processo di ristrutturazione in cui i dipendenti acquistano la maggioranza o la totalità delle quote di proprietà della propria azienda e, di fatto, ne diventano i proprietari.
Al 2022 sono 15 i workers buyout attivi nell'associazione, I muratori Baschi, la Keller Grigliati, la Cmt, la 2012 Autotrasporti, la Fail, la Gbm, la Stile, Umbria Legno, la Fvm, la Wald&co, Ceramiche Noi, la Smart, Gentili Trasporti, La Legatoria Tuderte e il Civicocentotrenta4. Settori diversi di produzione, che da iniziativa dei dipendenti, hanno preferito costituire delle cooperative per rilevare l'azienda ? o un ramo di essa ?altrimenti destinata alla chiusura, mantenendo l'attività produttiva ed il proprio posto di lavoro.
"Questo modello ? spiega Ragnacci - può trovare attuazione non solo in casi di crisi aziendale o processi di ristrutturazione, ma anche a fronte di difficili ricambi generazionali nelle imprese familiari. Le aziende che passano sotto il controllo dei lavoratori-soci mostrano nel tempo altissime percentuali di riuscita. Le percentuali dei fallimenti a dieci anni sono inferiori al 15%, a fronte del 70% - 80% di probabilità di fallire per le start up. I processi di Wbo che vanno a buon fine consentono di evitare la disoccupazione e di creare nuova occupazione, preservano ricchezza, professionalità e competenze ma sopratutto mantengono unità produttive sul territorio".In questa tipologia di impresa i lavoratori diventano imprenditori di se stessi associandosi in una cooperativa di lavoro. Loro assumono un ruolo diverso: il rapporto con il lavoro cambia, si arricchisce di maggiori soddisfazioni, ma anche di nuovi impegni e responsabilità. Questo è il fattore determinate che fa si che le imprese rigenerate abbiano un tasso di sopravvivenza superiore a quello delle aziende tradizionali. A fare da corollario al tutto è lo scopo mutualistico, che è quello di far ottenere ai soci continuità di occupazione e le migliori condizioni economiche, sociali e professionali rispetto a quelle disponibili sul mercato del lavoro. Questo è possibile grazie alla legge Marcora che ha istituito un Fondo destinato alla salvaguardia dell'occupazione attraverso la formazione di imprese cooperative tra dipendenti di aziende in crisi o con problemi di ricambio gestito da Cfi. A questo si affianca CoopFond il Fondo mutualistico di Legacoop, che può arrivare a raddoppiare il capitale sociale investito dai soci. Destinatari dell'intervento sono piccole e medie imprese costituite nella forma di cooperativa di produzione e lavoro e cooperativa sociale.

Alessandro Antonini, 47 anni, giornalista professionista, è redattore del Corriere dellâ??Umbria dal 2003 e si occupa di politica, cronaca nera e giudiziaria. Ma non disdegna economia, sindacale, (m...