Immigrazione in Umbria: Perugia, Foligno, Spoleto e Narni in lizza per il centro rimpatri. Ecco dove

Al momento sono solo ipotesi da approfondire e vagliare. Per valutare pro e contro. E per capire se vi siano i requisiti necessari.
Ma sono già state avviate le verifiche sulle aree in cui il governo dovrebbe far sorgere il centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr), in base al decreto di lunedì che ne prevede uno per regione (e l'Umbria, al momento, ne è priva). Sono iniziati i primi sopralluoghi con tecnici ed esperti. In lizza - tra i luoghi presi in esame - c'è Perugia, con un'area proprio davanti all'ex carcere di Capanne, dove si trovano appezzamenti a uso agricolo coltivati dagli stessi detenuti. Lì un Cpr - che può ospitare temporaneamente, fino a 18 mesi, migranti senza documenti e oppure destinatari di decreti di espulsione - potrebbe essere "controllato" ampliando il sistema di sorveglianza della casa circondariale. Per converso, verrebbero sottratti spazi e attività fondamentali nel percorso rieducativo dei detenuti. Senonché lo spazio ci sarebbe per entrambe le finalità. A Narni c'è l'area ex Spea: decine e decine di ettari da sfruttare, con strutture interne da recuperare, anche se non distante ci sono abitazioni e due attività industriali. Vanno valutati i requisiti di ogni singola opzione. Idem per Foligno, dove è stata valutata una zona nei pressi dell'aeroporto, che non avrebbe però le dimensioni necessarie, a meno che il Cpr umbro non abbia - come si può prevedere - numeri esigui. Poi figura Spoleto, dove al vaglio c'era una zona in periferia, lungo la Flaminia, ma anche in questo caso ci sarebbero abitazioni e altre attività economiche e industriali a fingere da deterrente.
Ma sono già state avviate le verifiche sulle aree in cui il governo dovrebbe far sorgere il centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr), in base al decreto di lunedì che ne prevede uno per regione (e l'Umbria, al momento, ne è priva). Sono iniziati i primi sopralluoghi con tecnici ed esperti. In lizza - tra i luoghi presi in esame - c'è Perugia, con un'area proprio davanti all'ex carcere di Capanne, dove si trovano appezzamenti a uso agricolo coltivati dagli stessi detenuti. Lì un Cpr - che può ospitare temporaneamente, fino a 18 mesi, migranti senza documenti e oppure destinatari di decreti di espulsione - potrebbe essere "controllato" ampliando il sistema di sorveglianza della casa circondariale. Per converso, verrebbero sottratti spazi e attività fondamentali nel percorso rieducativo dei detenuti. Senonché lo spazio ci sarebbe per entrambe le finalità. A Narni c'è l'area ex Spea: decine e decine di ettari da sfruttare, con strutture interne da recuperare, anche se non distante ci sono abitazioni e due attività industriali. Vanno valutati i requisiti di ogni singola opzione. Idem per Foligno, dove è stata valutata una zona nei pressi dell'aeroporto, che non avrebbe però le dimensioni necessarie, a meno che il Cpr umbro non abbia - come si può prevedere - numeri esigui. Poi figura Spoleto, dove al vaglio c'era una zona in periferia, lungo la Flaminia, ma anche in questo caso ci sarebbero abitazioni e altre attività economiche e industriali a fingere da deterrente.
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Alessandro Antonini, 47 anni, giornalista professionista, è redattore del Corriere dellâ??Umbria dal 2003 e si occupa di politica, cronaca nera e giudiziaria. Ma non disdegna economia, sindacale, (m...