
Il caro carburante continua la sua marcia inarrestabile. Gli automobilisti si ritrovano ancora ad avere a che fare con i prezzi sempre più alti di benzina e diesel, furiosi per gli aumenti che devono subire tutti i giorni. Come affermato da Nabeil Alkhateeb del distributore Icm a Santa Sabina: "Ci troviamo tutti insieme sulla stessa barca della crisi".
La scuola che sta per ricominciare, le bollette sempre più alte da pagare. A questo si aggiunge la spesa per viaggiare con l'auto. "Il caro carburante comincia ad influire sulla vita delle persone", lo spiega Mattia Buratta, della stazione Eni in via Cortonese, che ancora sottolinea: "L'aumento da luglio 2023 di oltre 10 centesimi al litro influisce su tutti gli argomenti che riguardano la popolazione". Anche Kevin Jimenez, dipendente di un altro distributore locale di Perugia, conferma un amaro ritorno dalle vacanze per gli automobilisti, che "ormai fanno subito caso al millesimo in più sul prezzo della benzina o del diesel. La gente - conclude - non fa più il pieno, preferisce rifornirsi di 10 o 20 euro e tornare poco dopo tempo".
I dipendenti e i titolari dei distributori lamentano anche alcuni degli interventi del governo. "Dover mostrare il prezzo medio regionale è una sciocchezza", è la protesta di Roberto Pelliccia, dipendente della stazione di servizio Is, in via dei Trasporti. Insieme ai colleghi Lorenzo Lacchè e Edward Austine, lamenta l'obbligo di apposizione dei prezzi medi: "Alle 10.30, secondo il decreto ministeriale, dobbiamo esibire i cartelli. Il problema è che la mail con allegati i numeri ufficiali arriva tra le 9.15 e le 9.20. Considerato che il nostro lavoro non ci permette di stare tutto il tempo davanti al pc ? continua ? è evidente la problematica che si viene a creare". La mancata esposizione dei prezzi regionali è infatti punita con una sanzione amministrativa da 200 a 2 mila euro, tenendo conto del fatturato dell'esercente. Se si viene multati per 4 volte nell'arco di 60 giorni, può essere disposta la sospensione dell'attività da 1 a 30 giorni. "Questo è un rischio che corriamo tutti i giorni", conclude Pelliccia.
A confermare l'influenza negativa dei cartelli sui i prezzi medi regionali la vicepresidente di Automigliorgas, Manuela Castellani. "Sono soprattutto i piccoli impianti a risentire di questo decreto, obbligati a regolarsi di conseguenza sui prezzi di diesel e benzina". Ulteriori considerazioni da parte della vicepresidente della società, questa volta sui mercati internazionali e la loro influenza sul sistema italiano: "Abbiamo la sensazione che già prima della guerra in Ucraina ci sia stata una leggera speculazione di matrice europea. Già nel 2021, nei Paesi Bassi, nazione che detiene un grande potere decisionale per i prezzi di gasolio e benzina in Europa, era stato imposto un rialzo dei combustibili fossili". Conclude Castellani: "Da tempo chiediamo una riforma per la diminuzione del numero degli impianti. Nonostante nel 2035 ci sarà lo stop delle vendite di auto con motori termici, costretti quindi ad adattarci secondo le normative Ue, a Perugia si continuano a vedere sempre più nuove costruzioni di distributori".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Leonardo Mercatini della Q8 in strada Trasimeno ovest. "I tagli da parte dell'Opec, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, hanno garantito un aumento considerevole del prezzo di benzina e gasolio, arrivati qua da noi a Perugia rispettivamente a 1.98 e 1.88 euro al litro. Le manovre di Russia e Arabia Saudita e il conseguente aumento dei prezzi dei barili di petrolio, arrivati a 90 dollari ciascuno? conferma ? hanno peggiorato la situazione del caro carburanti". Da un punto di vista economico, l'enorme differenza da lui riscontrata sta nello scarico del carburante per il rifornimento del distributore: "Ad oggi una cisterna da 38 mila litri è aumentata di quasi 8 mila euro. Rispetto ai valori 2022 ? conclude ? ci troviamo sopra di 20 centesimi, un prezzo che si era visto soltanto appena dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino".
La scuola che sta per ricominciare, le bollette sempre più alte da pagare. A questo si aggiunge la spesa per viaggiare con l'auto. "Il caro carburante comincia ad influire sulla vita delle persone", lo spiega Mattia Buratta, della stazione Eni in via Cortonese, che ancora sottolinea: "L'aumento da luglio 2023 di oltre 10 centesimi al litro influisce su tutti gli argomenti che riguardano la popolazione". Anche Kevin Jimenez, dipendente di un altro distributore locale di Perugia, conferma un amaro ritorno dalle vacanze per gli automobilisti, che "ormai fanno subito caso al millesimo in più sul prezzo della benzina o del diesel. La gente - conclude - non fa più il pieno, preferisce rifornirsi di 10 o 20 euro e tornare poco dopo tempo".
I dipendenti e i titolari dei distributori lamentano anche alcuni degli interventi del governo. "Dover mostrare il prezzo medio regionale è una sciocchezza", è la protesta di Roberto Pelliccia, dipendente della stazione di servizio Is, in via dei Trasporti. Insieme ai colleghi Lorenzo Lacchè e Edward Austine, lamenta l'obbligo di apposizione dei prezzi medi: "Alle 10.30, secondo il decreto ministeriale, dobbiamo esibire i cartelli. Il problema è che la mail con allegati i numeri ufficiali arriva tra le 9.15 e le 9.20. Considerato che il nostro lavoro non ci permette di stare tutto il tempo davanti al pc ? continua ? è evidente la problematica che si viene a creare". La mancata esposizione dei prezzi regionali è infatti punita con una sanzione amministrativa da 200 a 2 mila euro, tenendo conto del fatturato dell'esercente. Se si viene multati per 4 volte nell'arco di 60 giorni, può essere disposta la sospensione dell'attività da 1 a 30 giorni. "Questo è un rischio che corriamo tutti i giorni", conclude Pelliccia.
A confermare l'influenza negativa dei cartelli sui i prezzi medi regionali la vicepresidente di Automigliorgas, Manuela Castellani. "Sono soprattutto i piccoli impianti a risentire di questo decreto, obbligati a regolarsi di conseguenza sui prezzi di diesel e benzina". Ulteriori considerazioni da parte della vicepresidente della società, questa volta sui mercati internazionali e la loro influenza sul sistema italiano: "Abbiamo la sensazione che già prima della guerra in Ucraina ci sia stata una leggera speculazione di matrice europea. Già nel 2021, nei Paesi Bassi, nazione che detiene un grande potere decisionale per i prezzi di gasolio e benzina in Europa, era stato imposto un rialzo dei combustibili fossili". Conclude Castellani: "Da tempo chiediamo una riforma per la diminuzione del numero degli impianti. Nonostante nel 2035 ci sarà lo stop delle vendite di auto con motori termici, costretti quindi ad adattarci secondo le normative Ue, a Perugia si continuano a vedere sempre più nuove costruzioni di distributori".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Leonardo Mercatini della Q8 in strada Trasimeno ovest. "I tagli da parte dell'Opec, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, hanno garantito un aumento considerevole del prezzo di benzina e gasolio, arrivati qua da noi a Perugia rispettivamente a 1.98 e 1.88 euro al litro. Le manovre di Russia e Arabia Saudita e il conseguente aumento dei prezzi dei barili di petrolio, arrivati a 90 dollari ciascuno? conferma ? hanno peggiorato la situazione del caro carburanti". Da un punto di vista economico, l'enorme differenza da lui riscontrata sta nello scarico del carburante per il rifornimento del distributore: "Ad oggi una cisterna da 38 mila litri è aumentata di quasi 8 mila euro. Rispetto ai valori 2022 ? conclude ? ci troviamo sopra di 20 centesimi, un prezzo che si era visto soltanto appena dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino".
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