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L'attacco animalista, De Salvo: "Vivo per far abolire quintane, giostre e caccia. Ecco come vincerò"

Intervista al leader del movimento che ha promosso i referendum

Giancarlo De Salvo Giancarlo De Salvo (nel riquadro)

Si chiama Giancarlo De Salvo. E' di Torino. Ha 55 anni e sostiene che lo scopo della sua esistenza è "difendere gli animali". Vive con i suoi cani e con orgoglio spiega che nell'ultimo mese ha salvato 27 gatti. E' il presidente delle associazioni Rispetto per tutti gli animali e Ora referendum contro la caccia, convinto che fauna, flora e biodiversità debbano essere tutelate a colpi di referendum. Per questo sta raccogliendo le firme per ben cinque quesiti: due per l'abolizione dell'attività venatoria, uno per la chiusura degli allevamenti intensivi, uno per vietare esperimenti sugli animali in nome della ricerca e l'ultimo, destinato a fare rumore e a incontrare una durissima opposizione, per la cancellazione di tutte le rievocazioni storiche, manifestazioni ed eventi in cui vengono utilizzati animali. Secondo lui e chi si sta adoperando per ottenere le firme necessarie, il futuro dovrebbe essere privo di caccia ed esperimenti e gli animali dovrebbero essere lasciati vivere "con i vecchi metodi". E dovrebbero scomparire palii e paliotti, quintane, giostre, corse dei somari e tutte quelle feste che rappresentano la tradizione italiana (tra le più ricche del mondo), il folklore, ma soprattutto la storia. I quesiti sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 7 aprile ed entro settembre vanno raccolte e depositate le firme (500 mila per ogni referendum) per chiedere alla Corte Costituzionale di esprimersi sull'ammissibilità.

- Scusi De Salvo, il tentativo di promuovere referendum sulla caccia è già fallito più volte. Che senso ha provare di nuovo?
"La precedente iniziativa è andata male perché qualcuno ebbe l'interesse di proporre un doppione e il cittadino rischia di andare in confusione quando gli vengono chieste più firme per lo stesso motivo".
- Gli italiani hanno già votato nel 1990 e il quorum non fu raggiunto.
"Da allora sono trascorsi oltre trent'anni e la gente è ormai stufa dei cacciatori".
- Forse più dei cinghiali che passeggiano allegramente in tutte le città.
"La proliferazioni degli ungulati è colpa dei cacciatori: uccidendo la femmina matriarca del branco, innescano la riproduzione delle altre e la proliferazione aumenta a dismisura. E' ora di tutelare l'agricoltura e vietare la caccia, non solo quella al cinghiale. E vanno protetti in tutti i modi orsi e lupi: i predatori mantengono gli equilibri in natura. La cosa che mi dà molto fastidio è il totale immobilismo delle associazioni animaliste: perché non si mobilitano?".
- L'attività venatoria non è soltanto un divertimento, ma anche un settore economicamente importante per il nostro Paese.
"Guardi, se smettere di ammazzare animali farà perdere il lavoro a qualcuno, pazienza. Chi resterà disoccupato potrà dedicarsi alla piantagione di alberi, visto che ne abbiamo tanto bisogno".
- Volete impedire la ricerca attraverso la sperimentazione. Non è proprio grazie a questa che la medicina ha compiuto importanti passi avanti nella cura dell'uomo?
"No, non credo a tale fantasia. Un uomo cos'ha in comune con un coniglio o un'altra cavia? Da 20-25 anni esistono metodi sostitutivi più affidabili. Il problema è che spesso nel nostro Paese vengono dette cose che non corrispondono a verità. In troppi ancora ascoltano la televisione".
- Un altro possibile quesito referendario riguarda la chiusura degli allevamenti intensivi.
Va spiegato che sono la prima fonte di inquinamento al mondo. Già soltanto per questo andrebbero vietati. Sosteniamo sempre di voler salvare il pianeta, ma non agiamo mai come si dovrebbe.
- E l'elevata domanda planetaria di carne come andrebbe soddisfatta?
"Tornando alle vecchie fattorie, basta con gli animali schiacciati uno sull'altro, torturati e con una vita a tempo ridotto".
- Lei è vegano?
"Sì, io sono vegano. Ma questi non sono referendum vegani".
- Il quinto prevede l'abolizione dell'uso di animali nelle rievocazioni storiche. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di cavalli.
"Esatto, basta eventi in cui rischiano la vita".
- Scusi, chiedete di cancellare gli allevamenti intensivi perché li considerate disumani, ma anche un mondo che consente a tanti puledri di nascere, crescere e vivere in condizioni ottime, con la massima attenzione di allevatori, veterinari, tecnici. Non pensa che sia una contraddizione?
(Riflette, ndr). "Forse, magari in parte sì. Ma noi siamo contrari a prescindere: vogliamo evitare che finiscano ammazzati".
- Quindi a fronte di rarissimi incidenti, meglio cancellare l'esistenza agiata di migliaia di animali?
"A mio avviso sì".
- Perché un allevatore deve dedicare ore della sua vita, attenzioni e importanti risorse a un cavallo da corsa o da rievocazione se poi può solo starlo a guardare? Non crede che molti non verrebbero nemmeno fatti nascere?
"Meglio non nascere per niente se si viene sfruttati per attività del genere. Basta sofferenze. Del resto da anni si spinge per la sterilizzazione dei cani: in Italia i randagi sono oltre due milioni".
- Paragona la vita di un cane randagio con quella di un cavallo di scuderia, a cui vengono riservate attenzioni maniacali?
Ripeto, sono sfruttati e costretti a soffrire.
- Viene il dubbio che lei non abbia mai visitato una scuderia e non conosca come vengono allevati questi animali. Mai visto un palio o una rievocazione dal vivo?
"Una volta il Palio di Siena, ma ero un bambino. Ripeto, gli incidenti sono sempre più frequenti".
- Forse ha in mano statistiche sbagliate. Si tratta di pochi e sporadici casi a fronte di decine e decinedi eventi. Nulla rispetto ai 25 mila cavalli che ogni anno vengono macellati per il consumo di carne.
"Contro chi mangia carne di cavallo non possiamo fare niente, mentre possiamo impegnarci per abolire le rievocazioni. Ormai questo è diventato lo scopo della mia vita, così come la cancellazione della caccia e degli allevamenti intensivi. Una cosa è certa e la scriva chiaramente: proporremo questi cinque referendum ogni anno fino a quando non saranno approvati e votati favorevolmente. Gli animali devono poter vivere in assoluta libertà".
- Non ha pensato che abolire le rievocazioni significa cancellare anche storia, tradizione, folkolore, appartenenza?
"Nel circo gli animali non vengono più utilizzati e non per questo sono state chiuse le strutture. Le rievocazioni si possono fare senza animali. Non solo cavalli: somari, oche, galline, rane. Milioni di italiani la pensano come noi".
- Difficilmente raggiungerete le firme necessarie.
"Siamo partiti in ritardo, il prossimo anno saremo più efficaci e attaccheremo frontalmente. I referendum impiegheranno un po' per attecchire, ma alla fine la spunteremo".
- Le posso chiedere se ha mai allevato un cavallo?
"Fino ad ora mai avuto, ma chissà... Grande amante dei cavalli è Marina, siciliana e componente del nostro comitato".
- Marina li monta?
"No, no, non credo. Li ama, è una vera patita".
- Considerato che lei non ha mai visto una scuderia e non sa come vengono trattati i cavalli. Le posso proporre di visitarne una? Magari si fa un'altra idea.
"(Riflette, ndr). Perché no. Ma non ora".
- E quando?
"Terminata la raccolta di firme per i referendum".
- Ultima domanda. Il mio cane, Brando, è amatissimo e super coccolato, ma mangia crocchette e umido a base di cavallo, unica proteina che tollera: gli vieto il cibo?
"Ma no, basta che non venga prodotto attraverso un allevamento intensivo".

giuseppe.silvestri@ gruppocorriere.it
Instagram: giussil

Giuseppe Silvestri, caporedattore web nell'ufficio di direzione. Ascolano, classe '67, ha iniziato a scrivere per i quotidiani a 17 anni. Al Gruppo Corriere dal 1995. Dopo esperienze in tutti i settor...