
Decise di uccidere in Umbria il suo bambino di due anni quando si rese conto di aver perso la battaglia per l'affidamento. Avrebbe dovuto riconsegnare Alex al padre una volta tornata in Ungheria. E' quanto si evince dalle motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Perugia, riportate da umbria24.it, che ha condannato a venti anni Erzsebet Katalina Bradacs che a Po' Bandino, frazione di Città della Pieve, ammazzò il figlio "con una violenza inaudita, una serie di coltellate portate in rapida successione, alcune delle quali talmente violente da trapassare letteralmente da parte a parte il corpo del bimbo, prima che la lama del coltello da bistecca prelevato dall'abitazione di un suo amico si rompesse urtando contro il terreno incolto del luogo del delitto". La 46enne aveva lavorato come spogliarellista e pornostar a Roma e aveva minacciato che avrebbe ammazzato il piccolo se fosse stato affidato al padre. Secondo i giudici considerava il bimbo una "cosa" di sua proprietà. Il delitto è stato soltanto il momento "terminale" di una "scelta ponderata". Nelle fasi dell'omicidio, inoltre, era "perfettamente in grado di comprendere cosa stesse facendo".