Terni, bambino di 2 anni rischia la vita per una spina di pesce rimasta in gola. Salvato in ospedale

Un bambino di due anni ha rischiato la vita per una spina di pesce rimasto in gola. Decisivo per salvarlo l'intervento dell'equipe di Otorinolaringoiatria dell'ospedale Santa Maria di Terni. "Il piccolo è arrivato in pronto soccorso accompagnato dal padre - racconta l'azienda ospedaliera in una nota - lamentando difficoltà a ingoiare e dolore dopo aver mangiato del pesce. Considerata l'età del bambino si è dovuto procedere alla rimozione della spina tramite intervento in sala operatoria". L'equipe di Otorinolaringoiatria era costituita "dal direttore facente funzione, il dottor Antonio Giunta, e dal dottor Pierpaolo Ferrise, che hanno lavorato in sinergia con l'equipe di Anestesia e Rianimazione, composta dalla dottoressa Gisella Testa, dalla dottoressa Mizar Cantarini e dalla dottoressa Manuela Manciola". Il piccolo paziente è stato dimesso in buone condizioni dopo un giorno di ulteriore osservazione.
Relativamente all'intervento il dottor Giunta spiega: "I corpi estranei nelle prime vie aerodigestive possono essere molto pericolosi e ogni anno sono numerosi i casi da trattare in urgenza. Le spine di pesce in particolare hanno la capacità di appuntarsi in varie sedi e vanno rimosse prontamente, senza tentare di mandarle giù con il classico boccone di pane. Tale manovra, anche se in alcuni casi può funzionare, porta con sé il rischio, non trascurabile, di dislocare la spina sempre più in profondità, rendendo la sua rimozione più invasiva". Nel dettaglio, per quanto riguarda i bambini: "Tendono a ingoiare profondamente le spine di pesce e questo, associato alla loro limitata capacità di collaborazione con il medico, rende l'intervento chirurgico molto spesso inevitabile".