Il Perugia è in vendita. Il cartello a Pian di Massiano è esposto ormai da settimane ma la trattiva sul tavolo romano non arriva alla chiusura. Passano le ore, passano i giorni. Le parti continuano a prendere tempo. Massimiliano Santopadre, imprenditore nato come commerciante nei mercati romani, sa bene come portare avanti una trattativa, è bravo a farlo. Vendere sì, ma ottenendo il massimo. E il prezzo nasce sommando i 5 milioni del valore del club e i 7 di debiti che portano il totale a 12, oltre all'accordo con Frankie Garage come sponsor tecnico per 2-3 anni. La parola d'ordine, dunque, è ovviamente guadagnarci il più possibile lasciando il timone di una nave finita in serie C. Una filosofia che i tifosi del Grifo ormai hanno imparato bene a conoscere e non accettano, criticando apertamente il numero uno biancorosso, anche se non manca chi lo difende: sostenitori divisi, come sempre accade in questi casi. E se la corda tirandola troppo dovesse spezzarsi? Probabilmente Santopadre avrebbe già la risposta pronta: nessuno si è davvero interessato al Perugia. E via di nuovo alla giostra tra i fischi e gli applausi, con lui saldamente al comando. Un allenatore da chiamare, un direttore sportivo da selezionare, un organico da comporre. Il tutto senza ancora sapere in quale categoria si giocherà. Per questo tanti sperano che alla fine la trattativa si chiuda positivamente. Stando alle ultime indiscrezioni pare che sia questione di una pec: basta che arrivi per concludere l'affare. Ma una cosa è certa: è solo una questione di soldi. L'amore per il Grifo è in secondo piano. Come ormai puntualmente accade nel calcio.