
Prima di individuare il candidato sindaco di Perugia, c'è il programma da stilare, insieme alla definizione dei confini del centrosinistra. Ma nel momento della scelta del nome che dovrà tenere unita tutta la coalizione, il Pd proporrà che questo venga condiviso con i cittadini. Come? Serve un sondaggio. In senso lato. "Il Pd è disponibile a forme aperte di consultazione dei cittadini e di coinvolgimento di tutta la coalizione non essendo la scelta del candidato un problema solo dei dem. Le primarie Boccali-Fioroni però non ci hanno portato bene. Io ovviamente rispetterò lo statuto del Pd con l'obbiettivo di riportare il centro sinistra al governo della città" spiega il segretario comunale Sauro Cristofani. Tradotto: la politica rivendica il suo ruolo, ma quando il tavolo avrà indicato uno (o più) papabili candidati si passerà a una consultazione. Un sondaggio, on line o nelle sezioni, tipo voto degli iscritti. Oppure primarie aperte, che dovranno essere tuttavia l'extrema ratio visto come è finita l'ultima volta.
Tre nomi in campo già ci sono. Il primo è quello di Andrea Fora, consigliere regionale dei CiviciX, ex presidente di Confcooperative, già indicato come candidato per la presidenza della Regione nel 2019, poi superato in corsa per una serie di veti e controveti all'interno del centrosinistra. Per non fare la stessa fine, ha fatto sapere che senza un progetto potenzialmente vincente, che sappia cioè superare gli estremismi di destra e sinistra, non sarà della partita e resterà a Palazzo Cesaroni. "A Perugia - aveva detto il 4 settembre scorso in occasione di una conferenza stampa - il sindaco uscente Andrea Romizi è ancora percepito in modo non negativo ma serve discontinuità amministrativa. E una proposta competitiva non può guardare alle estremità di destra e sinistra ma puntare a un progetto centrista e riformista. Io intendo fare il consigliere regionale fino all'ultimo giorno ma non negherò la mia disponibilità davanti a un progetto convincente". Da qui anche una sorta di aut aut sui tempi: traguadare l'autunno non piace a Fora. Il secondo nome è il prof dell'università di Perugia, Paolo Belardi, su cui punta il segretario regionale dem Tommaso Bori e un'ala più a sinistra dentro il Pd. Dietro spinge anche il magnifico rettore Maurizio Oliviero. Terza ipotesi Marko Hromis, capogruppo al Comune di Perugia: avrebbe con sé una parte dei circoli ribelli (da San Sisto a Casa del Diavolo, passando per Ponte Valleceppi) che lo scorso novembre hanno chiesto le dimissioni dei segretari comunali e regionali del Pd.

Alessandro Antonini, 47 anni, giornalista professionista, è redattore del Corriere dellâ??Umbria dal 2003 e si occupa di politica, cronaca nera e giudiziaria. Ma non disdegna economia, sindacale, (m...