
Sono arrivati al Pronto soccorso di Perugia in preda a dolori gastrointestinali che hanno immediatamente collegato ai funghi mangiati poco prima. Nel giro di 48 ore sono state due famiglie a finire in osservazione nel reparto di primo soccorso del Santa Maria della Misericordia di Perugia. Nel primo caso, nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 novembre, è arrivata una famiglia di cinque persone: madre, padre e figlio minorenne, insieme ad altri due familiari. Sono stati tutti sottoposti a lavanda gastrica e trattati dall'equipe del Pronto soccorso che ha proceduto in contatto continuo con il centro antiveleni di Pavia. Gli adulti, dopo qualche ora trattenuti nel reparto di osservazione breve del reparto, sono stati dimessi. Mentre il ragazzino minorenne è stato ricoverato in pediatria. Per tutti e cinque, come previsto dalle linee guida, sono stati effettuati i prelievi per la ricerca dell'amanitina. Quelli del minorenne sono stati inviati al Bambin Gesù di Roma. Poche ore dopo sono arrivate altre persone con sintomi sovrapponibili a quelli accusati dagli altri pazienti che hanno avuto necessità di cure sempre per avere ingerito funghi. Fortunatamente nessuno di loro ha riportato danni seri e anzi, l'insorgenza veloce dei sintomi (entro le sei ore dal pasto) è
collegata alle tipologie meno gravi di intossicazioni. Di gran lunga più insidiose sono invece le sintomatologie che insorgono in momenti successivi perché possono andare ad inficiare la funzionalità epatica e renale, che in alcuni casi, può condurre anche a trapianto o a dialisi. Secondo quanto il primario del Pronto soccorso, il dottor Paolo Groff, aveva spiegato al Corriere dell'Umbria che non vanno sottovalutati nemmeno i sintomi neurologici: "Convulsioni, disturbi della vista, contrazioni muscolari possono essere indicativi. Molto meno frequenti le allucinazioni". Il medico invita poi a considerare il problema della contaminazione: "Oltre ad evitare funghi non commestibili serve un'ottima conservazione, perché, ad esempio, se un porcino è stato a contatto con un fungo poi scartato potrebbe comunque veicolare tossine". Quest'anno, rispetto ai precedenti, gli accessi al pronto soccorso per intossicazione da funghi sono iniziate relativamente tardi per le temperature sopra la media. L'invito, per evitare che il dono un parente esperto, o che una gita nel bosco possa portare conseguenze terribili è rivolgersi alla Asl: nelle due umbre ci sono gli uffici dedicati che controllano i funghi e ne certificano la commestibilità.
collegata alle tipologie meno gravi di intossicazioni. Di gran lunga più insidiose sono invece le sintomatologie che insorgono in momenti successivi perché possono andare ad inficiare la funzionalità epatica e renale, che in alcuni casi, può condurre anche a trapianto o a dialisi. Secondo quanto il primario del Pronto soccorso, il dottor Paolo Groff, aveva spiegato al Corriere dell'Umbria che non vanno sottovalutati nemmeno i sintomi neurologici: "Convulsioni, disturbi della vista, contrazioni muscolari possono essere indicativi. Molto meno frequenti le allucinazioni". Il medico invita poi a considerare il problema della contaminazione: "Oltre ad evitare funghi non commestibili serve un'ottima conservazione, perché, ad esempio, se un porcino è stato a contatto con un fungo poi scartato potrebbe comunque veicolare tossine". Quest'anno, rispetto ai precedenti, gli accessi al pronto soccorso per intossicazione da funghi sono iniziate relativamente tardi per le temperature sopra la media. L'invito, per evitare che il dono un parente esperto, o che una gita nel bosco possa portare conseguenze terribili è rivolgersi alla Asl: nelle due umbre ci sono gli uffici dedicati che controllano i funghi e ne certificano la commestibilità.

Francesca Marruco, classe 1980, giornalista professionista è redattrice al Corriere dell'Umbria. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. Dalla pandemia in poi, che ha costretto tutti ...