L'analisi del canale Telegram denominato Doctor Terpz (abbreviazione di terpeni, i composti organici che profumano di droghe), gestito da un bot, vero e proprio negozio virtuale tramite cui riuscire a ordinare ?fumo' nell'anonimato, è fondamentale per la Procura al fine di ricostruire tutta la rete della banda sgominata dalla polizia di Stato che martedì ha eseguito 8 ordinanze, tra carcere e domiciliari, nei confronti di altrettante persone tra i 21 e i 26 anni, tutti italiani nati tra Perugia e Castiglione del Lago. Un'operazione che, nel periodo dell'indagine, ha permesso di intercettare 58 chili di stupefacente tra hashish ed erba idoneo per oltre 591 dosi.
Le vendite sul canale Telegram (ancora online con video promozionali) potevano variare, per quantità (di 15 grammi l'ordine minimo) e prezzo (da 350 euro il costo più basso). Nella chat anche il prezzario del trasporto della droga, in base alla località geografica e alla tempestica (consegne garantite all'interno delle 24 ore ma anche entro le 72 a costo maggiorato di 50 euro). Presente anche la lista delle varie piattaforme per il trading online (si poteva pagare pure in bitcoin) ma anche una descrizione della droga venduta, "materiale scelto con accuratezza e di qualità, con sistemi moderni, in Marocco, dalle migliori zone dove esce il miglio hashish del mondo. Garantiamo le migliori qualità sul mercato". Venivano poi richieste recensioni positive e pubblicità per allargare il giro dei clienti e farsi conoscere il più possibile.
Gli otto sono difesi da Valerio Vitale del foro di Roma(ne rappresenta quattro), Alessio Fiacco, Ilario Taddei e Roberto Tittarelli. Fiacco ha fatto sapere che il suo assistito, Y.R., è "completamente estraneo alla vicenda. Estraneità che verrà dimostrata nelle sedi giudiziarie".