Una sfilza lunghissima di episodi di stalking e anche un paio di lesioni per cui un uomo è stato condannato, nei giorni scorsi, a otto mesi e dieci giorni di reclusione a Perugia, con pena sospesa. L'uomo era accusato di avere perseguitato la vicina di casa. Nei modi più disparati: con vere e proprie aggressioni o con dispetti, più o meno pesanti, come quando le ha versato dell'urina sulle sedie da giardino. Una volta "minacciandola con un pugno" sta scritto nel capo di imputazione, le aveva detto "tanto ti ammazzo" e poi "strappando con vigore la portiera della macchina al cui interno si trovava la donna", le aveva causato una lesione al polso con prognosi di cinque giorni. In un'altra occasione le aveva impedito di uscire dal complesso condominiale buttando secchiate di terra e di fango sulla sua porta di ingresso. E dopo che la poveretta, che nel processo si era costituita parte civile con l'avvocato Michele Marzoli, aveva ripulito tutto, l'uomo aveva ripetuto il gesto, impedendole di uscire di casa pure la mattina dopo. Un giorno "dopo aver preso a calci nel vialetto i vasi di proprietà della donna" aveva preso a dare in escandescenze quando aveva visto che la vicina lo stava riprendendo col cellulare e le aveva detto: "Vuoi vedere che ti ammazzo, non me ne frega un cazzo, ti ammazzo" e infine le aveva sferrato un pugno in piena faccia. "In più occasioni - recita l'accusa - la molestava rovesciando i vasi e le piante della stessa o gettandovi liquidi nocivi per far appassire le piante, alzando eccessivamente il volume di dispositivi fonici, quando la stessa provava a studiare o a frequentare dei corsi on-line o semplicemente a riposarsi, gettano scarti di materiale edile negli spazi di proprietà di quest'ultima". Era addirittura arrivato a posizionare una telecamera in direzione dell'ingresso della abitazione della parte offesa, così dimostrando di controllare tutti i suoi movimenti". Il 53enne, difeso dall'avvocato Maria Siniscalco dovrà anche corrispondere 4 mila euro a titolo di provvisionale alla vittima.